Sito denuclearizzato

lunedì 23 marzo 2009

La lunga Coda verso Casa

Oggi ce ne sarebbero di cose da dire e raccontare.
Si potrebbe parlare di Berlusconi (tanto per cambiare), il più ricco politico italiano che dichiara un imponibie di oltre 14 Milioni annui, dopo che un misterioso evento lo ha impoverito di quasi dieci volte (nel 2006 dichiarava quasi 140 Milioni di euro).
Si potrebbe parlare del piano casa del Governo, dei famosi ampliamenti, del +20%, del "condono preventivo" (questa mi mancava), che ora sembra sia addirittura una norma incostituzionale.
Si potrebbe parlare dell'annosa questione (per lo meno da quando il Cavaliere cavalca l'onda della politica nostrana), delle celebrazioni per il 25 Aprile, dalle quali il Presidente del Consiglio si è sempre defilato con gran classe, senza mai mostrare il naso.
Si potrebbe parlare delle proposte del PD per le europee.
Si potrebbe parlare di tante cose, ma preferirei invece affrontare un altro argomento: le autostrade italiane.

In Italia le autostrade sono private e sono state suddivise in un certo numero di tratte, appartenenti a diverse società di gestione. Gli utenti pagano per un servizio che talvolta funziona: si pensi anche solo all'asfalto drenante, che negli altri Paesi europei non c'è, essendo un brevetto italiano.
Come dicevo, gli utenti pagano, e profumatamente per questo servizio.
Pagano in appositi caselli, chi con le monetine chi con il Telepass, che sono esempio di tecnologia, ma che, ahimè, non rappresentano il confine di proprietà fra una società autostradale ed un'altra.
Questo comporta alcuni problemi, primo fra tutti il fatto che un povero tapino, che subisca un'ingiustizia o un disagio a causa della società X, non sappia di preciso a chi debba rivolgersi per reclamare i suoi diritti.
Un esempio?
Ieri sera alle 17.30 partivo con un mio amico, a bordo della sua auto, dal casello di Montecchio Maggiore (dopo Vicenza verso Verona), alla volta di Verbania.
Normalmente i circa 300 km che separano Vicenza da Verbania vengono coperti in circa tre orette, senza fare troppe corse e senza soste.
Ebbene, ieri nelle tre orette di cui sopra abbiamo coperto la bellezza di 44 km, a causa di una coda praticamente ininterrotta fino a Peschiera del Garda. La causa? lavori in corso.
Manco a dirlo, le segnalazioni hanno lasciato molto a desiderare, ed i cartelloni luminosi che solitamente riportano scritte come "Alcool e velocità uccidono", oppure "Se sei stanco fai una sosta", davano solamente una generica avvertenza "Code per lavori in corso": nessuno avrebbe potuto immaginare che la società gestore del tratto Venezia-Brescia avesse deciso di chiudere due delle tre corsie, la prima domenica di Primavera e fin dal primo pomeriggio, per rifare il manto stradale.
Quando abbiamo superato il cantiere, l'istinto di scendere e prendere a scarpate gli operai è stato temperato a fatica, in considerazione del fatto che, poveri cristi, non era nemmeno colpa loro se qualche luminare aveva deciso un tale programma lavori.

Ora io mi chiedo: dove e come protestare? al casello di Brescia o Bergamo o Milano? no, perchè troppo lontani dal cantiere. E poi, a chi appartengono i caselli? da Venezia a Milano uno passa su autostrade di due differenti Società, ma non c'è un confine fisico fra queste. Io, personalmente, mi sarei rifiutato di pagare visto il casino e la scarsa cura nelle segnalazioni, ma dove? a Milano? o forse sarei dovuto uscire a Peschiera, litigare con i casellanti, per poi rientrare e proseguire fino a Verbania?
Purtroppo questo è uno di quei classici esempi per cui, noi italiani, siamo tristemente famosi all'estero: facciamo sempre le cose a prova di cittadino.

Saluti

1 commento:

Damiano Aliprandi ha detto...

Guarda, scusami ma forse è poco attinente al post, ma ti invito a non protestare perchè proprio giorni fa si è scoperto che molte tratte autostradali sono in mano alle cosche calabresi...

PS ha proposito della legge che ha fatto Berlusconi, vorrei aggiungere che oltre a quel 20% che verrò tollerato, ci sarà tanta ma tanta speculazione edilizia. E si creeranno numerose microimprese, e oltre alla cementificazione, le morti sul lavoro aumenteranno...

Questo per completare il tuo bel post, e so che c'è ancora altro da dire!!