Sito denuclearizzato

lunedì 6 aprile 2009

Cassa Integrazione: bollettino di un'azienda fra migliaia

Continuo con la mia piccola cronaca della grottesca avventura Cassa Integrazione, che si sta svolgendo presso l'azienda per cui lavoro, l'ormai famosa C.
Dopo la disavventura con il delfino del mio direttore, giovedì scorso, il venerdì alle 17 c'è stato l'incontro con i sindacati, poichè a partire da oggi sarebbe dovuta iniziare la cassa integrazione.
Premetto che la C è una grossa holding, con numerose s.r.l., ma solamente quella per cui lavoro ed un'altra che si occupa di montaggi meccanici, progettazione meccanica e civile, hanno chiesto la cassa integrazione ordinaria.
Premetto anche che, storicamente, nella C il sindacato non è mai entrato. Questa cosa, al di là dei gusti della dirigenza, la motivo anche con il fatto che la C ha conosciuto un notevole boom economico negli ultimi 6-8 anni, con benefit e bonus un po' per tutti, con ricche trasferte, con sorrisi e soddisfazione di tutti. A chi poteva interessare, anche fra i lavoratori, di instaurare rapporti con il Sindacato? se le cose vanno bene, si è anche disposti a chiudere un occhio su qualche cosa.
Ma veniamo a noi.
Venerdì ci siamo presentati alla riunione.
Della mia società eravamo tutti (e questo mi ha colpito molto positivamente), tranne ovviamente i due tirapiedi del direttore.
Dell'altra società erano quasi quanto noi, nonostante i dipendenti siano quattro volte tanti: il direttore li aveva ricattati, costringendoli a timbrare, e quindi a chiedere un'ora di permesso, per venire all'incontro. Ha dell'incredibile ma è andata proprio così.
La riunione si è svolta molto bene: ci viene spiegato cosa sia la cassa integrazione, e sono molte le domande che si alternano ed accavallano, da parte dei dipendenti sempre più preoccupati.
Quello che è emerso, a mio avviso, è che la dirigenza della mia società sta gestendo la cassa integrazione in maniera fin troppo facilona: dilettanti allo sbaraglio. Nessuno sa di preciso di che cosa si tratti.
Si pensi solamente al fatto che è stata richiesta la cassa integrazione ordinaria per 10 unità (nella mia società) + 65 unità (nell'altra), prima ancora di chiedere ai dipendenti di terminare le ferie residue dell'anno scorso.
Ma è la prima regola, lo sanno anche i bambini!!! prima si terminano le ferie, poi si richiede la cassa integrazione, che è una soluzione estrema e che, soprattutto, paghiamo noi e non l'azienda. Invece i capi pensavano di poter risparmiare sulle ferie e passare subito la patata bollente alle casse dello stato, cioè alle nostre tasche. Per fortuna non gli sta andando come pensavano.
Altro elemento negativo che mi ha fatto davvero incazzare: moltissimi dipendenti, soprattutto i più giovani e, fra di loro, soprattutto quelli con un contratto a tempo determinato, si sono dimostrati del tutto ignoranti se non quasi completamente disinteressati a tutta la questione.
Dico, soprattutto i giovani con un contratto a termine che, non godendo della copertura della cassa integrazione, potrebbero essere lasciati a casa da un giorno all'altro senza preavviso.
Un mio collega, di alcuni anni più giovane, che lavora da noi da un annetto con un contratto di apprendistato, ha addirittura affermato "Tanto non mi possono mandare in cassa integrazione". No, certo, ma lo possono lasciare a casa anche domani.
Questa, secondo me, è la crisi. I dirigenti pensano di giocare con i soldatini come fossimo ancora negli anni '20, ed i dipendenti, a meno dei più anziani o dei più preparati, non conoscono nemmeno più i loro diritti.
Saluti

3 commenti:

il monticiano ha detto...

Un saluto e tanti auguri pasquali.

il monticiano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sarah ha detto...

Auguri Andrea, ti abbraccio.