Dopo Egitto e Tunisia, ora è la Libia ad essere teatro di violente rivolte. Il popolo, stanco di regimi, dittatori e personaggi da operetta, sta urlando che non ne può più. La miglior risposta che il nostro Governo riesce a dare? Eccola: "Violenza inaccettabile". Ma chi affermava le medesime parole con la medesima forza, quando Gheddafi ed i suoi sgherri facevano sparire coloro che manifestavano contrarietà alla dittatura? Dov'erano quelle stesse persone, sempre pronte a schierarsi con il potente e a baciare le mani, quando era evidente che i diritti fondamentali dell'uomo venivano calpestati? Si nascondevano nei salotti migliori, fra grandi sorrisi ed abbracci, protetti da cordoni di sicurezza. Ecco dov'erano, come sempre nella storia.
Oggi si grida allo scandalo, più in Libia che in Egitto, perchè la Libia è terra di conquista per l'Italia. E non mi riferisco ai ridicoli tentativi del sogno colonialista del Duce, che ha portato solo morti e disperazione, ma delle grandi imprese private e statali, che in Libia costruiscono strade, infrastrutture, pozzi petroliferi, vendono barche e motovedette. Ecco allora che i diritti del Popolo, come sempre, cascano in secondo piano rispetto agli interessi della Borsa. Ci dicono "il prezzo della benzina salirà ancora, perchè in Libia c'è la Rivoluzione". Come a voler dire "Vedete che succede se protestate, se alzate la testa? il sistema vi stanga ancora di più".
Quindi testa bassa e lavorare, con il sogno di poter un giorno comprare l'auto più grande senza dover accendere un mutuo in banca.
Ma io dico che invece il Popolo fa bene a protestare, anche violentemente, se necessario. I nostri nonni partigiani non avrebbero purtroppo mai liberato l'Italia senza il fucile. Con questo non giustifico gli eccessi, ma non sono nemmeno più disposto ad accettare il ricatto: se la benzina costerà troppo andrò in bicicletta, tanto prima o poi il petrolio finirà.
Saluti
Oggi si grida allo scandalo, più in Libia che in Egitto, perchè la Libia è terra di conquista per l'Italia. E non mi riferisco ai ridicoli tentativi del sogno colonialista del Duce, che ha portato solo morti e disperazione, ma delle grandi imprese private e statali, che in Libia costruiscono strade, infrastrutture, pozzi petroliferi, vendono barche e motovedette. Ecco allora che i diritti del Popolo, come sempre, cascano in secondo piano rispetto agli interessi della Borsa. Ci dicono "il prezzo della benzina salirà ancora, perchè in Libia c'è la Rivoluzione". Come a voler dire "Vedete che succede se protestate, se alzate la testa? il sistema vi stanga ancora di più".
Quindi testa bassa e lavorare, con il sogno di poter un giorno comprare l'auto più grande senza dover accendere un mutuo in banca.
Ma io dico che invece il Popolo fa bene a protestare, anche violentemente, se necessario. I nostri nonni partigiani non avrebbero purtroppo mai liberato l'Italia senza il fucile. Con questo non giustifico gli eccessi, ma non sono nemmeno più disposto ad accettare il ricatto: se la benzina costerà troppo andrò in bicicletta, tanto prima o poi il petrolio finirà.
Saluti
1 commento:
propaganda su immmigrazione e benzina servono solo per farci tenere la testa bassa e appoggiare qualsiasi pezzo di merda che governa col fucile, altrimenti byebye sicurezza (de che? di non farmi rubare 50 euro da un marocchino ma di dover pagare più tasse perchè lo Stato solo ora dopo decenni controlla gli evasori..ma certe volte se li ingrazia?) e prezzi bassi (uhhh, la cosa migliore per risparmiare è non spendere proprio!)
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