Oggi sono 150 anni. Tanti auguri, Italia, e tanti auguri a noi.
Sono appena tornato dal centro di Padova, dove sono stato con mia figlia (mia moglie, ahimè, oggi lavora), e vi ho trovato un mare di gente, festosa e festante, avvolta di tricolori, di musica, di onorificenze e memoria. Sono felice, oggi, di essere parte di questa comunità, alla faccia di quanti ancora non credono che, un secolo e mezzo fa, Garibaldi e i suoi sarebbe stato meglio se fossero rimasti a casa. Purtroppo mi confronto ogni giorno con persone come queste, anche fra i miei capi. "Che cazzo vuoi che me ne freghi dell'Unità d'Italia", ha bofonchiato il mio amministratore delegato, fra risatine complici di un paio di colleghi proprio l'altro giorno. Oggi è un giorno in meno che si lavora, è una perdita, ed infatti il capo di mia moglie le ha chiesto di andare a lavorare.
Il punto non è però lavorare o meno, non trovo scandaloso presentarsi in ufficio oggi, il punto è invece la consapevolezza ed il valore che si può e si deve dare ad una giornata come oggi, per le persone che sono morte per consentirci di vivere come viviamo (fin troppo spesso ce ne scordiamo e molti danno per scontato lo stato delle cose, senza rendersi bene conto di come ci siamo arrivati), e per noi che abbiamo il diritto-dovere tutti i giorni di portare avanti quest'idea.
Auguri a tutti
Sono appena tornato dal centro di Padova, dove sono stato con mia figlia (mia moglie, ahimè, oggi lavora), e vi ho trovato un mare di gente, festosa e festante, avvolta di tricolori, di musica, di onorificenze e memoria. Sono felice, oggi, di essere parte di questa comunità, alla faccia di quanti ancora non credono che, un secolo e mezzo fa, Garibaldi e i suoi sarebbe stato meglio se fossero rimasti a casa. Purtroppo mi confronto ogni giorno con persone come queste, anche fra i miei capi. "Che cazzo vuoi che me ne freghi dell'Unità d'Italia", ha bofonchiato il mio amministratore delegato, fra risatine complici di un paio di colleghi proprio l'altro giorno. Oggi è un giorno in meno che si lavora, è una perdita, ed infatti il capo di mia moglie le ha chiesto di andare a lavorare.
Il punto non è però lavorare o meno, non trovo scandaloso presentarsi in ufficio oggi, il punto è invece la consapevolezza ed il valore che si può e si deve dare ad una giornata come oggi, per le persone che sono morte per consentirci di vivere come viviamo (fin troppo spesso ce ne scordiamo e molti danno per scontato lo stato delle cose, senza rendersi bene conto di come ci siamo arrivati), e per noi che abbiamo il diritto-dovere tutti i giorni di portare avanti quest'idea.
Auguri a tutti
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