Questa notte, a Padova, i muri hanno ballato al ritmo della Terra. Si è trattato solo della eco di quello che si è scatenato nel ferrarese, dove ci sono stati danni e tre morti, tutti operai (due italiani ed un marocchino), ma è stato sufficiente a trasmettere un forte senso di inquietudine ed impotenza. Posso solo immaginare cosa significhi esserci davvero dentro, con le case che crollano, i palazzi che si sgretolano, le strade che si spaccano, le vite che finiscono, ed ancora più triste è quindi realizzare come, nel caso de l'Aquila, le Istituzioni ed il Governo siano stati così poco vicini alla gente. Non dico materialmente, anche se ridare loro rapidamente un tetto sarebbe stato un bel gesto, ma anche e soprattutto psicologicamente. Credo che nulla sia più sconfortante, oltre alla constatazione di aver perso tutto, la sensazione di essere dimenticati, il sentirsi soli in un momento così pesante e drammatico.
Questa notte ho capito che lo Stato, per lo meno negli ultimi quindici anni, ha perso numerose occasioni per essere vicino alla gente, e forse la crisi di valori che viviamo ha radici anche in questi comportamenti.
Saluti
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