Da una settimana, in Veneto, siamo in emergenza alluvione. Le cause delle esondazioni che hanno inondato (principalmente), il vicentino, alcune zone del veronese, e la bassa padovana sono tre:
1) In quarantott'ore sono caduti cinqucento millimetri di acqua;
2) In montagna (soprattutto sul Trentino), erano caduti quaranta centrimenti di neve, che si sono poi sciolti a causa dell'innalzamento delle temperature;
3) Il mare, in situazione di alta marea e di scirocco che soffiava verso terra, non era in grado di ricevere l'acqua dei fiumi;
Il tempo pare debba mantenersi brutto e piovoso ancora per un paio di giorni, ma la preoccupazione diffusa è che gli argini, già stressati ed erosi dalle piene, possano cedere alla minima sollecitazioni anomala.
Mentre le famiglie e le amministrazioni locali fanno il conto dei danni e si rimboccano le maniche, per ripulire le case e gli edifici invasi dall'acqua, un ritornello fastidioso ma sempre più persistente viene canticchiato più o meno a scquarcia gola dai sindaci e, forse soprattutto, dal Governatore Luca Zaia: "Se l'unità d'Italia vale qualche cosa, Roma ci vede pagare un Miliardo di danni"(parole di Zaia).
Nel pieno rispetto della crisi e delle persone che soffrono, e che magari hanno perso tutto, come possono i nostri governanti urlare alla Secessione un giorno e, emergenza alla mano il giorno dopo, pretendere soldi dallo Stato invocando l'Unità d'Italia? e come possono, soprattutto, pretendere soldi da un Governo di loro simili, che ha smesso di stanziare risorse per il territorio?
Mi viene il dubbio che, non potendo ammettere davanti ai cittadini infuriati per l'inondazione, che la Padania ed il Federalismo sono solo barzellette, o che le politiche sociali e territoriali non sono mai andate oltre la propaganda, i governanti del Veneto si debbano per forza di cose riscoprire patrioti per sperare in qualche soldo da parte di quello Stato, che loro stessi contribuiscono, giorno per giorno, a smantellare sistematicamente.
Temo tuttavia che il patriottismo sia solo una questione di comodità momentanea.
Saluti
1) In quarantott'ore sono caduti cinqucento millimetri di acqua;
2) In montagna (soprattutto sul Trentino), erano caduti quaranta centrimenti di neve, che si sono poi sciolti a causa dell'innalzamento delle temperature;
3) Il mare, in situazione di alta marea e di scirocco che soffiava verso terra, non era in grado di ricevere l'acqua dei fiumi;
Il tempo pare debba mantenersi brutto e piovoso ancora per un paio di giorni, ma la preoccupazione diffusa è che gli argini, già stressati ed erosi dalle piene, possano cedere alla minima sollecitazioni anomala.
Mentre le famiglie e le amministrazioni locali fanno il conto dei danni e si rimboccano le maniche, per ripulire le case e gli edifici invasi dall'acqua, un ritornello fastidioso ma sempre più persistente viene canticchiato più o meno a scquarcia gola dai sindaci e, forse soprattutto, dal Governatore Luca Zaia: "Se l'unità d'Italia vale qualche cosa, Roma ci vede pagare un Miliardo di danni"(parole di Zaia).
Nel pieno rispetto della crisi e delle persone che soffrono, e che magari hanno perso tutto, come possono i nostri governanti urlare alla Secessione un giorno e, emergenza alla mano il giorno dopo, pretendere soldi dallo Stato invocando l'Unità d'Italia? e come possono, soprattutto, pretendere soldi da un Governo di loro simili, che ha smesso di stanziare risorse per il territorio?
Mi viene il dubbio che, non potendo ammettere davanti ai cittadini infuriati per l'inondazione, che la Padania ed il Federalismo sono solo barzellette, o che le politiche sociali e territoriali non sono mai andate oltre la propaganda, i governanti del Veneto si debbano per forza di cose riscoprire patrioti per sperare in qualche soldo da parte di quello Stato, che loro stessi contribuiscono, giorno per giorno, a smantellare sistematicamente.
Temo tuttavia che il patriottismo sia solo una questione di comodità momentanea.
Saluti
1 commento:
tutta quella gente in quel mare d'acqua maledetta mi ha fatto rivenire in mente il terremoto all'aquila, ma quanta dignità!
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