Come ho già avuto modo di raccontare (qui) in questa Società Pensante, è uscito il libro di Ferruccio Pinotti "La Lobby di Dio", il primo libro inchiesta su Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere.
Babbo Natale ha letto la mia letterina, ed ha ben pensato che fosse il caso mi documentassi in proposito, e così ho trovato sotto l'albero il volume, acquistato rigorosamente da Feltrinelli.
Non ho letto che le prime pagine, ma fin da subito le due parole chiave per raccontare e capire il mondo ciellino sono morale e sussidiarietà, che per altro tornano perfettamente con taluni comportamenti di mie colleghi vicini al movimento.
"Non mi importa che il Premier sia un mafioso o un massone", mi disse fuor dai denti un collega, con il quale un giorno ci trovammo a discutere del concetto di Presidente del Consiglio, "se fa bene il suo lavoro e ha buone idee per me va bene". Evidentemente questa idea è profondamente sbagliata, perché getta completamente in secondo piano la questione morale ed il fatto che un determinato comportamento sia giusto o sbagliato; è però perfettamente coerente con il totale superamento, per l'appunto, della morale nel movimento ciellino, così come ben documentato da Pinotti. Quest'ultimo cita alcuni passi di un articolo di Gad Lerner, apparso su Repubblica il 28 Agosto 2010 ed incentrato sul Meeting di Rimini, dal titolo "La crociata di CL contro il moralisti", proprio sulla questione morale internamente a CL.
Il secondo concetto fondante è sussidirietà, cioè l'affidamento della gestione di servizi sociali (e non) a livelli istituzionali sempre più vicine ai cittadini, o ai privati. In questo meccanismo lo Stato delega alle Regioni, che delegano alle Province, che delegano ai Comuni: lo Stato in definitiva non fornisce servizi (come avviene nelle sue strutture tipo INPS, per fare un nome), ma aiuta a garantirli con aiuti ad una rete fortemente radicata sul territorio. In questo meccanismo in cascata CL ha posto la sua forza imprenditoriale, grazie soprattutto al fatto che, negli anni, è riuscita a insediare suoi uomini in ruoli chiave dei diversi stadi di questa piramide. Dal Parlamento Europeo (Mario Mauro, presidente dei deputati del PdL al Parlamento Europeo), al Governo (Lupi è forse il punto di riferimento più chiaro ed evidente), dai Presidenti di Regione (Formigoni su tutti), ai Sindaci (per esempio, qui a Padova, Flavio Zanonato), dai Banchieri (Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo), alle cooperative (ahimè la COOP, con Vincenzo Tassinari suo Presidente per l'Italia). Questo per citare solo alcuni nomi, che compaiono nelle pagine di Pinotti.
Da queste poche righe, si può già intuire come la struttura ciellina (sia organizzativa interna che come presenza sul territorio), sia tale da consentire un sistema di deleghe e, per l'appunto, sussidiarietà ad imprese amiche, a persone fidate, e società vicine al movimento, in quasi ogni ambito della vita civile. Certo questo non accade dappertutto, e forse l'esempio più chiaro e lampante è la Regione Lombardia, dove Formigoni ha costruito il suo impero su queste basi.
Per citare Pinotti "in Lombardia, per esempio, non si privatizza il pubblico ma si statalizza il privato, centralizzandone il controllo" ("La Lobby di Dio", pag. 30).
Saluti
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