Sito denuclearizzato

giovedì 29 aprile 2010

Islanda, Grecia e poi?!?

L'anno scorso l'Islanda fece bancarotta. Ve lo ricordate? Fu uno scandalo, perchè non è così usuale vedere un Paese europeo fare bancarotta. La notizia martellò sui giornali per qualche tempo poi silenzio, come sempre. Oggi a tenere banco è la Grecia, che a dire il vero è già da diversi mesi, che versa in condizioni finanziarie non proprio felici. Quello che però viene alla luce e fa davvero scalpore, non sono tanto gli aiuti stanziati dall'Unione Europea per salvare la pecorella smarrita, quanto il fatto che la bancarotta greca dipenda da colossi della finanza cui nessuno è in grado di imporre delle regole. Da due anni viviamo una grande crisi finanziaria, prima di tutto. La bomba esplose con le famose Bolle dei Mutui Sub-Prime, negli States, per poi diffondersi come un colera anche all'Europa ed al resto del mondo. Ricordate? E ricordate anche che la soluzione proposta ed adotatta da molti (fra cui il nostro Governo), fu quello di iniettare liquidità nelle casse delle banche? queste però non riaprirono (e non riaprono tutt'ora) i rubinetti. Nel contempo si scoprì che i super manager finanziari si davano da soli bonus da sogno, nonostante non facessero utile. Il cittadino medio se la stava prendendo in quel posto,e la situazione, a oggi, non è cambiata di molto.
Nessuno che provi a dettare regole serie e stringenti per questi colossi (Goldman-Sachs addirittura fallì, ve lo ricordate?), se non qualche proposta da parte di Obama, che ormai sta diventando il più grande leader socialista del nostro tempo (e questo è tutto dire).
E oggi anche la Grecia cade nel turbine.
Quanto dovremo aspettare per avere delle regole del gioco che blocchino questo maledetto sistema speculativo basato sul libero mercato?
Certo qui da noi un bel pezzo se, nonostante tutto, Belrusconi continua a proporre il libero mercato.

Saluti

martedì 27 aprile 2010

Un sistema che non funziona

E' un po' che non scrivo. Sono preso su mille fronti... anzi, ad essere sinceri quasi esclusivamente uno: mia figlia, che ha quasi quattro mesi e ha iniziato a fare grandi sorrisi.
Questa mattina, in auto causa mal tempo, mi interrogavo sul nostro stile di vita, ormai giudicato insostenibile da molte, troppe persone. Osservavo la mia macchina e pensavo a quanto carburante consumo tutte le volte che la utilizzo. Un motore a scoppio ha un rendimento bassissimo: su 100 litri di benzina (o gasolio), solamente 30-35 litri vengono trasformati per far muovere effettivamente il mezzo, mentre 65-70 litri se ne vanno in calore, dispersioni, attriti. In poche parole vengono buttati via. Da questo punto di vista i motorini e gli scooter sono molto più efficienti, perchè hanno una massa (un peso) di gran lunga inferiore rispetto ad un'auto.
Ciononostante siamo sempre tutti chiusi nelle nostre carrozze di acciaio.

La nostra quotidianeità è di pace. Non viviamo guerre in prima persona. Sappiamo che nel Mondo ce ne sono molte, ma lontane da noi (vogliamo crederlo), non ci toccano. Viviamo in un mondo in pace ma siamo costretti a perpetrare le guerre per preservarla. Curioso no?!?

L'acquisto dei beni materiali (cellulare, computer, biciclette, ecc), si basa essenzialmente sull'estetica. Pochissimi rivenditori consentono di provare l'oggetto prima di aquistarlo. Se ti piace lo prendi altrimenti lo lasci. Il mercato cui siamo abituati è basato più sull'estetica che non sulla funzionalità e sulla qualità. Eppure fino a trenta o quarant'anni fa non c'erano così tante automobili, non esisteva il cellulare, i prodotti erano più ricchi "di qualità" che "di estetica", le cose venivano prodotte per durare. Certo, esistevano ovviamente le eccezioni, ma eravamo tutti molto più attenti.

Mia madre, per dirne una, utilizzava come la maggior parte delle donne con bambini piccoli, pannolini lavabili. Gli usa-e-getta si stavano affacciando sul mercato. Ora sono la norma e quando racconto che io e mia moglie siamo tornati ai pannolini lavabili la gente mi guarda come se stessi parlando di un ritorno ad un'epoca passata, ormai tramontata da secoli.

Ma non stiamo parlando di secoli fa, piuttosto dell' "altro giorno", se mi passate il termine. Abbiamo davvero la memoria così corta, da esserci scordati come eravamo? e soprattutto, da non poter valutare se certe scelte ed innovazioni tecnologiche ci hanno davvero migliorato la vita? ovviamente in molti casi la risposta è affermativa, ma perchè non cercare un giusto compromesso fra il non-utilizzo e l'abuso? costa fatica, ma forse varrebbe la pena fare uno sforzo.

Saluti

giovedì 22 aprile 2010

Volere Volare

Nei cieli d'Europa si torna a volare. Ben presto ricominceremo ad avere sopra la testa circa 28.000 velivoli (media giornaliera), per il blocco dei quali le compagnie aeree, gli aeroporti, gli hotel, e chi più ne ha più ne metta, già chiedono danni e soldi allo Stato. Ma perchè, mi chedo? insomma, in quanto aziende, considerano nel bilancio i "danni collaterali", il cosiddetto Rischio d'Azienda. Perchè dovremmo essere noi a pagarlo? Ricordo che chiedere soldi allo Stato equivale a chiederli a noi, anche se ormai ben pochi se ne rammentano. Curioso come, in tutto questo casino, nessuno spenda nemmeno una parola per l'inquinamento mancato, per i cieli un po' più sgombri.
E a proposito di Volere Volare, finalmente l'Essere Politico di Fini sta esplodendo, nel vuoto pneumatico espresso dal Cavaliere in fatto di programma e prospettiva politica. Forse nel 1994 Berlusconi poteva permettersi di proporre un'idea nuova, incarnando il sentimento di milioni di elettori. Ma ormai, a distanza di sedici anni, la formula è andata smarrita, il Presidente Assoluto è vecchio, così come lo sono il suo partito e la sua offerta politica. Finanza? niente. Politiche Sociali? men che meno. Lavoro? boh. Economia? nisba. Si parla esclusivamente di magistratura e televisioni. Forse di questo Fini inizia ad averne le scatole piene.
Perchè, anche nel Centro Sinistra, nessuno inizia ad averne le scatole altrettanto gonfie?

Saluti

mercoledì 14 aprile 2010

Siamo tutti Omosessuali

Certo ch l'Italia è proprio un bel Paese, alla mercè di antiche ideologie religiose, che impongono quasi invariabilmente di considerare l'omosessualità una malattia. Una di quelle brutte, fra l'altro, paragonabili alla pedofilia. Anzi, peggio, l'omosessualità sarebbe una sorta di iniziazione alla pedofilia e con essa se ne andrebbe a braccetto per la strada, importunando giovani e giovanetti. Per lo meno questo è quel che pensa il Cardinal Bertone, emerito rappresentante della Santa Sede. 
Non che mi aspettassi una levata di scudi alla libertà di opinione, pensiero e gusti sessuali dalla politica italiana, troppo intenta a fare orecchie da mercante nel tentativo di accaparrarsi i favori del Vaticano (mi scusi, On. Bersani, ma il PD è un partito laico?!?), e quindi ho guardato con ardita ammirazione alla Francia ed al suo pubblico disappunto per l'uscita decisamente infelice di Bertone.
Chissà se, nel loro piccolo, i nostri rappresentanti del Centro-Sinistra si sono sentiti un po' indignati, se non dall'accostamento Pedofilo-Gey, quanto meno dalla scandalosa legislazione italiana che non solo non consente le nozze civili (e dico civili!!!) fra omosessuali, ma non fa neppure finta di avvicinare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle coppie etero.
Evviva il Belpaese.

Saluti

giovedì 8 aprile 2010

Una Morale di Facciata: Ru-486

Nell'Italia della Morale Cattolica, al Policlinico di Bari il 07 Aprile 2010 è iniziata la somministrazione a regime ordinario della pillola abortiva Ru-486 e ieri la prima donna ne ha fatto uso.
Ora, come sempre, ci sarà un levarsi di scudi di occasione ed opportunismo, di uomini che vorrebbero imporre il loro volere a donne in difficoltà, ad ecclesiastici mossi da sani (ma irrazionali) sentimenti religiosi, da combattenti per la libertà ed i diritti. Tanto rumore per nulla, direbbe Shakespeare, in un Italia che della Morale di facciata fa da sempre il suo cavallo trionfale.
All'occorrenza tutti ad imbracciare un'ideologia, come fosse un fucile, soprattutto se di mezzo c'è una vita, pronti però poi a volta faccia e a facili vuoti di memoria quando loro stessi sono chiamati a rendere conto.
Ci vorrebbe un po' di silenzio, in questo nostro Paese che urla e sbraita senza dire nulla.
Cito le parole di Sara, la prima donna ad avere utilizzato la Ru-486 proprio ieri: "Vorrei che una gravidanza potesse capitare a loro (agli uomini, ndr), così ci penserebbero meglio prima di parlare".
La Puglia si ripropone come laboratorio di Democrazia e rispetto.

Saluti