Sono qui oggi a raccontarvi una nuova esperienza diretta, vissuta proprio in questi giorni in ufficio.
Premetto che sto cambiando lavoro e quindi, a conti fatti, gli eventi descritti potrebbero interessarmi relativamente. Tuttavia ho trovato molto interessante vivere direttamente questi fatti e credo sia molto istruttivo per tutti conoscerli, perchè penso siano una realtà estremamente diffusa e ci permettano, in parte, di misurare quanto sta accadendo in questi mesi.
Già da qualche settimana si vocifera di scrivania in scrivania, alla macchina del caffè, nei corridoi, che l'azienda per cui lavoro (una holding costituita da numerose società srl, che chiameremo C), abbia deciso di ricorrere alla cassa integrazione.
Venerdì scorso, il 27 Marzo, è uscito sulle pagine de La Stampa un articolo che portava l'attenzione dei più su quanto sino a quel momento si era solo sospettato: Cassa Integrazione.
La dirigenza si è indignata e sono subito partite le accuse a spie latenti o a qualche sindacalista desideroso di notorietà, che doveva aver spiattellato tutto. "Semplicemente ridicolo", ho pensato io, per il fatto che su quattrocento dipendenti ed in una zona come questa, di cui la C è una delle realtà maggiori, è difficile che una notizia come la Cassa Integrazione possa restare nascosta.
Ad ogni modo, poco male! sarò troppo filo-sindacalista, ma in questi casi credo sia meglio sapere di che morte morire, quindi mi sono messo l'animo in pace inconsapevole del fatto che il meglio doveva ancora venire.
Terminata la pausa pranzo, che come di consueto trascorro a casa, sono tornato in ufficio e ho trovo il direttore attorniato dall'ufficio tecnico quasi al completo, intento ad affrontare davanti alle maestranze il tema della Cassa Integrazione.
Le cose sono andate così: data la notizia sui giornali, la "voce di corridoio" ha assunto ufficialità, e così la dirigenza ha deciso di parlare ai dipendenti per "contenere" la preoccupazione. Da buon dirigente, il mio capo (che per altro stimo molto, anche se più da un punto di vista tecnico-professionale che umano), stava così declamando vizi e virtù delal Cassa Integrazione: i dipendenti percepiranno comunque uno stipendio, per di più stando a casa, e questo sarà una boccata di ossigeno per l'azienda, che in questo modo avrà un margine finanziario maggiore per trovare nuovo lavoro e richiamare, il prima possibile, i dipendenti dalla cassa integrazione.
Non so perchè, ma tutto il siparietto mi è sembrato stremamente fasullo e farcito solamente di blablabla
Insomma, si stava cercando di dare a bere ai dipendenti che la Cassa Integrazione sia una manovra necessaria ma tutto sommato non così drammatica: mettevi il cuore in pace, perchè starete a casa con uno stipendio comunque garantito. A nessuno è venuto il dubbio che la Cassa Integrazione, con la scusa della crisi, sia in realtà l'anticamera del licenziamento.
Ed ecco, a mio modo di vedere, uno dei nodi cruciali: la Crisi.
Con la scusa di questa Crisi, le aziende stanno adottando comportamenti estremamente scorretti nei confronti dei lavoratori. Nella mia azienda, per continuare con l'esempio, sono stati chiesti 90 posti di Cassa Integrazione, eppure i dirigenti continuano ad andare in giro con il Mercedes e nulla si fa per ridurre i costi di struttura interni, che rendono poco competitive le offerte e ci fanno perdere, di conseguenza, i lavori. Perchè è questa la realtà: i costi di struttura affossano anche le offerte più appetibili, ma invece che pensare a come ridurli (taglio del parco macchine e riduzione delle cilindrate, cellulare aziendale solo a chi serve ed uno solo per persona, computer portatile e programmi avanzati solo se necessario, più controllo sull'uso della carta e delle strutture dell'azienda, ecc), si pensa alla Cassa Integrazione, tanto c'è la Crisi a coprire tutto.
Questo è quanto, ed ovviamente nessun giornale la mette in questi termini. Speriamo che almeno il Sindacato sappia quel che fa.
Saluti
Premetto che sto cambiando lavoro e quindi, a conti fatti, gli eventi descritti potrebbero interessarmi relativamente. Tuttavia ho trovato molto interessante vivere direttamente questi fatti e credo sia molto istruttivo per tutti conoscerli, perchè penso siano una realtà estremamente diffusa e ci permettano, in parte, di misurare quanto sta accadendo in questi mesi.
Già da qualche settimana si vocifera di scrivania in scrivania, alla macchina del caffè, nei corridoi, che l'azienda per cui lavoro (una holding costituita da numerose società srl, che chiameremo C), abbia deciso di ricorrere alla cassa integrazione.
Venerdì scorso, il 27 Marzo, è uscito sulle pagine de La Stampa un articolo che portava l'attenzione dei più su quanto sino a quel momento si era solo sospettato: Cassa Integrazione.
La dirigenza si è indignata e sono subito partite le accuse a spie latenti o a qualche sindacalista desideroso di notorietà, che doveva aver spiattellato tutto. "Semplicemente ridicolo", ho pensato io, per il fatto che su quattrocento dipendenti ed in una zona come questa, di cui la C è una delle realtà maggiori, è difficile che una notizia come la Cassa Integrazione possa restare nascosta.
Ad ogni modo, poco male! sarò troppo filo-sindacalista, ma in questi casi credo sia meglio sapere di che morte morire, quindi mi sono messo l'animo in pace inconsapevole del fatto che il meglio doveva ancora venire.
Terminata la pausa pranzo, che come di consueto trascorro a casa, sono tornato in ufficio e ho trovo il direttore attorniato dall'ufficio tecnico quasi al completo, intento ad affrontare davanti alle maestranze il tema della Cassa Integrazione.
Le cose sono andate così: data la notizia sui giornali, la "voce di corridoio" ha assunto ufficialità, e così la dirigenza ha deciso di parlare ai dipendenti per "contenere" la preoccupazione. Da buon dirigente, il mio capo (che per altro stimo molto, anche se più da un punto di vista tecnico-professionale che umano), stava così declamando vizi e virtù delal Cassa Integrazione: i dipendenti percepiranno comunque uno stipendio, per di più stando a casa, e questo sarà una boccata di ossigeno per l'azienda, che in questo modo avrà un margine finanziario maggiore per trovare nuovo lavoro e richiamare, il prima possibile, i dipendenti dalla cassa integrazione.
Non so perchè, ma tutto il siparietto mi è sembrato stremamente fasullo e farcito solamente di blablabla
Insomma, si stava cercando di dare a bere ai dipendenti che la Cassa Integrazione sia una manovra necessaria ma tutto sommato non così drammatica: mettevi il cuore in pace, perchè starete a casa con uno stipendio comunque garantito. A nessuno è venuto il dubbio che la Cassa Integrazione, con la scusa della crisi, sia in realtà l'anticamera del licenziamento.
Ed ecco, a mio modo di vedere, uno dei nodi cruciali: la Crisi.
Con la scusa di questa Crisi, le aziende stanno adottando comportamenti estremamente scorretti nei confronti dei lavoratori. Nella mia azienda, per continuare con l'esempio, sono stati chiesti 90 posti di Cassa Integrazione, eppure i dirigenti continuano ad andare in giro con il Mercedes e nulla si fa per ridurre i costi di struttura interni, che rendono poco competitive le offerte e ci fanno perdere, di conseguenza, i lavori. Perchè è questa la realtà: i costi di struttura affossano anche le offerte più appetibili, ma invece che pensare a come ridurli (taglio del parco macchine e riduzione delle cilindrate, cellulare aziendale solo a chi serve ed uno solo per persona, computer portatile e programmi avanzati solo se necessario, più controllo sull'uso della carta e delle strutture dell'azienda, ecc), si pensa alla Cassa Integrazione, tanto c'è la Crisi a coprire tutto.
Questo è quanto, ed ovviamente nessun giornale la mette in questi termini. Speriamo che almeno il Sindacato sappia quel che fa.
Saluti