Sito denuclearizzato

domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale a tutti


Tanti auguri a tutti, di Buon Natale e felice anno nuovo.
Vi lascio con il mio ultimo disegno.

Saluti

sabato 10 dicembre 2011

Che fine hanno fatto i Buoni Propositi?

Perchè ho l'impressione che il sedere mi bruci ancora? Un mesetto fa, si era chiesto a gran voce un Governo tecnico che facesse quello che i partiti non avrebbero potuto fare, e cioè prendere decisioni impopolari per risanare i conti dello Stato e consentirci di uscire dalla crisi.
Ora capisco che le misure impopolari erano esclusivamente verso di noi, comuni mortali, nonostante i buoni propositi di equità e progressione, nonchè le promesse di andare a toccare, per una volta, gli intoccabili.
A conti fatti, la Manovra del Parlamento non mi pare differente da quella che avrebbe potuto varare il PdL da solo (o il PD). E lo dice uno che, fino all'ultimo, sta difendendo l'operato di Monti a spada tratta. Mi rendo conto che la manovra potrebbe essere migliorata, ma mi rendo anche conto che, a volte, ad alzare le barricate come fa Di Pietro (mi viene il sospetto che voglia solo cavalcare il momento per puro e semplcie tornaconto politico personale...), non si arriva da nessuna parte.
E non a caso parlo di "Manovra del Parlamento" e non del Governo, perchè ora è il Parlamento a mettere i bastoni fra le ruote.
Torna l'ICI, ma di far pagare tasse anche alla Chiesa non se ne parla, si promettono tassazioni (invero basse), ai capitali che hanno goduto dello scudo fiscale di Berlusconi, ma pare non si possano fare, di patrimoniali nemmeno l'ombra, di tassazione delle rendite finanziarie non si parla, di asta pubblica delle frequenze televisive si sentono solo lontane eco, ed ora salta fuori che i Parlamentari si oppongno, con voto bipartisan, al taglio di 5.000 euro ai loro stipendi a partire da Gennaio. Ma porca miseria, in che cavolo di Paese viviamo? dov'è l'equità? questa gente proprio non ha ritegno? se qualcuno aveva pensato di mollare la presa, perchè con Monti si prospettavano certo sacrifici ma c'era la prospettiva di uscire dal casino, beh, lancia in resta, perchè la protesta deve riprendere fragorosa.

Saluti

sabato 3 dicembre 2011

Una Scoperta Sconvolgente

Inizio a guardare "In Onda", su La7, a programma già iniziato, e faccio una scoperta sconvolgente!!! Fra gli invitati a confronto, c'è una ragazza in collegamento da Milano, che parla di liberalizzazioni, di detassazione, di annullamento delle tasse. Già di per sè il suo atteggiamento mi lascia perplesso, mi trova istintivamete freddo, ma poi appare in sottoimpressione il nome e cognome della giovane, nonchè la sua appartenenza: Movimento dei Tea Party.
Fatemi capire, dopo Mc Donald's dagli Stati Uniti abbiamo importato anche i Tea Party?!? Quel movimento di destra (talvolta piuttosto estrema), che sta mettendo i bastoni fra le ruote a Obama ogni qual volta il Presidente proponga delle azioni a favore del sociale? Quello stesso movimento che, nonostante il momento storico e l'evidenza che il sistema neo liberista ha fallito, continua a promuovere privatizzazioni senza regole? Che pensa che non ci sia limite al mercato ed allo sviluppo?
Mio Dio ma dove stiamo andando a finire?
Pensiamoci: dove stiamo andando a finire?
Quello che invece mi piace è lo spazio dedicato a Camila Vallejo, uno dei volti più noti delle proteste studentesche cilene. Ma potrebbe essere un volto italiano, spagnolo, europeo e, quanto a moventi ed ideali, asiatico, americano, africano. Insomma, voglio dire, ora che tutte le prime pagine dei giornali pendono dalle labbra di Mario Monti, che fine hanno fatto gli Indignados, Occupy Wall Street ed i movimenti? Che fine ha fatto la simpatia espressa da Draghi verso quei giovani, quelle persone che protestavano (e protestano) per i loro diritti? Insomma che fine ha fatto la protesta?

Saluti

mercoledì 30 novembre 2011

One Month Photo Gallery

Vorrei invitare tutti coloro che passano per di qua (e non solo), all'inaugurazione di un'idea che mi è venuta qualche tempo fa.
So che un'idea non si inaugura; ciò che si inaugura, piuttosto, è una mostra, ed infatti è quel che farò domani, ma con una particolarità.
Le mostre tradizionali durano un certo periodo di tempo, poi vengono smontate e finiscono. Allora perchè in rete dobbiamo caricare foto e lasciarle lì a marcire per sempre? quale senso di imperitura memoria? forse anche la rete dovrebbe riscoprire un po' di sana e naturale caducità. 
Ho deciso allora di aprire un altro blog, One Month Photo Gallery, dove ogni mese inaugurare una mostra di foto (ovviamente mie), da chiudere allo scadere del 30esimo giorno.
Domani, alle 21, inizio questo mio piccolo progetto con una serie di bianco e nero (rigorosamente a pellicola), scattati ad un amico, abile pianista, durante una prova di qualche settimana fa. 
Perchè infine su blog? perchè è una soluzione che conosco e che mi sembra permetta di interagire rapidamente con chi lo frequenta. Se però con il tempo dovesse nascere qualche sviluppo, magari approfitterò di altre soluzioni.
A domani e per tutto il mese, allora.

Saluti

domenica 27 novembre 2011

Il mio ultimo Lavoro


 Come al solito provo a colorare un po' il mondo, se qualche cortese persona mi concede l'uso di un muro.

Saluti

giovedì 24 novembre 2011

Abolizione dei Vitalizi dei Senatori

Poco fa arriva la notizia: il Senato delibera che, a partire dalla prossima legislatura, i vitalizi dei senatori saranno annullati. In questa maniera il Senato della Repubblica Italiana si appresta a seguire un trattamento dei suoi dipendenti (se così si puiò dire), più simile a quello riservato ai lavoratori tradizionali.
Si sta lentamente aprendo la strada, che porterà a salutare, per esempio, le pensioni d'oro, anche se il regime pensionistico non è stato oggetto della votazione odierna. Questo soprattutto perchè sarà necessario trovare un accordo ed un'identità di vedute con i colleghi della Camera, che si spera al più presto voteranno anch'essi l'abolizione dei vitalizi.
Speriamo in bene.
Richiamo inoltre l'attenzione sull'iniziativa del sito Avaaz (qui il link), molto attivo per la trasparenza in rete, che chiede al Governo Monti trasparenza totale. In considerazione del fatto che l'Italia si trova piuttosto in fondo nella calssifica relativa all'Open Government, Avaaz ha lanciato una raccolta firme per chiedere a Monti di rendere conto (non solo ora ma anche e soprattutto per il futuro), degli interessi, delle pensioni, delle spese, dei vari legami ed intrallazzi dei parlamentari. Questo per ridare credibilità ad una classe politica che appare sempre più distante dal mondo reale e chiusa nel suo palazzo d'oro, dove pare non debba rendere mai conto di nulla ad alcuno.

Saluti

mercoledì 23 novembre 2011

Figli Italiani?

La nuova polemica (ed il nuovo ricatto), ruota attorno alle parole del Presidente Napolitano, secondo cui i figli di immigrati dovrebbero essere italiani.
Passino le solite critiche populiste della Lega, che già immagino orde impazzite di nord africani che, varcato il Mediterraneo su navi più o meno stabili, approderebbero sulle nostre coste son il solo scopo di farsi una bella scopata e procreare figli quindi italiani di diritto. Dicevo, passi questa fantasticheria populista,... ma mi chiedo una cosa: fino a ieri la Lega governava l'Italia assieme a Berlusconi, e quindi pensava al bene comune. Da quando è caduto Berlusconi la Lega è sostanzialmente l'unico partito di opposizione ed è tornata a farsi gli interessi esclusivi di un certo Nord celtico. Ma siamo sicuri che "sia tornata"? o se li è sempre fatti, anche durante gli anni (numerosi), di governo nazionale?
Ad ogni modo, curuisità a parte, quello che mi lascia perplesso è il pensiero del PdL riassunto nelle parole di La Russa "Se vogliamo mettere in crisi il Governo Monti, procediamo su questa strada", o qualche cosa di simile. Cosa dovrebbe essere? una minaccia? quindi, se uno immagina anche solo un Referendum di iniziativa popolare, per avere regole più europee in merito alla cittadinanza dei figli di immigrati, il PdL sarebbe così folle da far cadere il Governo Monti nella situazione in cui ci troviamo?
Mi pare che il messaggio sia uno ed unico: la Politica di Centro Destra non ha proprio capito nulla del momento storico in cui ci troviamo.

Saluti

sabato 19 novembre 2011

Ricominciamo a Sperare?

Certo, sapere che il nostro salvatore sarà un banchiere, ex Goldman Sachs, uno di quelli che, forse, la crisi la hanno un po' provocata, fa un certo che. Tuttavia pare che le premesse non siano negative. Monti ha ricevuto una maggioranza schiacciante alla Camera, 560 voti a favore e solo 61 voti contrari, ed una delle prime proposte è il taglio dei vitalizi ai parlamentari (sia agli ex che a quelli in carica). D'accordo, assieme a ciò si parla di tornare all'ICI (a proposito di cui, ho già espresso il mio appoggio), del taglio alle pensioni e di altre iniziative lacrime e sangue, come le aveva battezzate Berlusconi, ma pare che, in ogni caso, una delle parole d'ordine sia anche equità.
Staremo a vedere. Penso che già dalla prossima settimana sapremo di che morte morire.
Nel frattempo, ricordo che domani si vota nella cugina Spagna, dove il sottoscritto ha numerosi amici, e che spera non debbano svegliarsi sotto il sole del Partito Popolare.
Ciò detto, trovo che anche da loro sia necessaria una presa di posizione forte, contro i comportamenti facili ed iniqui, ma che la risposta a ciò non possa essere l'astensione e l'anti politica proposta dagli Indignados (per quanto mi stiano simpatici). Per mille motivi, fra cui anche il fatto che giochiamo tutti la stessa partita con regole molte simili, ed il tirarsene fuori non ha mai aiutato alcuno. Partecipazione deve essere la parola d'ordine, in un sistema (la Democrazia Rappresentativa), che deve di certo essere aggiustato e riportato ai primordi (ovunque), dato che negli ultimi decenni è stata stuprato e violentato, ma che non per questo è un sistema inefficace.
Oggi non possiamo essere noi, i diretti interessati, a non crederci.

Saluti

domenica 13 novembre 2011

Berlusconi lascia: ultimo atto?

Ieri sera, verso le 20.30, Berlusconi si è recato da Napolitano per rassegnare le sue dimissioni. Dopo un lungo colloquio e le rassicurazioni ai suoi sul fatto che "possiamo staccare la spina al Governo Monti quando vogliamo", il Premier esce da una porta secondaria, per evitare il confronto con i contestatori.
Molti, oggi, vedono l'inizio della ripresa, la fine del "secondo ventennio" italiano, l'alba di un nuovo giorno. Io, personalmente, sono scettico.
Non tanto sulle capacità di Monti nè, ovviamente, sull'opportunità di dimissioni di Berlusconi, quanto sulle analisi superficiali che i politici di quasi tutti i partiti di centro sinistra fanno. Temo una banalizzazione del momento, troppo concentrato sul "tutti contro Berlusconi" e molto poco sul "cosa facciamo adesso per il bene del Paese". Ci sono, a mio avviso, alcuni semplici esempi.
Vendola e Di Pietro vorrebbero andare ad elezioni subito.
Fino all'altro giorno erano fra i promotori della modifica della legge elettorale, per ridare potere vero ai cittadini, ma oggi, apertosi uno spiraglio per guadagnare un seggio in più in Parlamento (o di rientrarvi dopo tanti anni come nel caso di SEL), vorrebbero subito le consultazioni.
Bersani rivendica come successo del PD le dimissioni di Berlusconi.
Casini, da buon democristiano, saltella fra uno e l'altro per capire dove gli convenga sedersi.
Il Terzo Polo tutto, con il suo piccolo "per cento" cerca di pesare comportamenti ed alleanze per non scomparire.
Strategie, strategie, strategie, ma non sono questi tutti atteggiamente da piccolo orticello? ed alla gente che ora ha paura (veramente è da almeno due anni che abbiamo paura), e vuole risposte chi ci pensa? Napolitano, certo, peccato che la nostra non sia una Repubblica Presidenziale ma Parlamentare.
Quindi, per concludere, sono piuttosto scettico che le dimissioni di Berlusconi segneranno l'alba di un nuovo giorno. Tale e tanto profonda è stata l'incisione nel nostro sistema sociale e culturale operata da Silvio Berlusconi, che temo ne vivremo i postumi per molti molti anni.

Saluti

giovedì 10 novembre 2011

Berlusconi lascia

Purtroppo non il tempo materiale di seguire in diretta e minuto per minuto su questo mio blog le vicende della politica italiana. Soprattutto in questi giorni dove, ora dopo ora, le cose cambiano velocemente.
Notizia di ieri è che il Cavaliere, a quanto pare, presenterà le sue dimissioni da Presidente del Consiglio. Anzi no, vedete? sono sempre in ritardo, le ha già presentate. Anzi no, scusate, le ha promesse, ma solo dopo l'approvazione del maxi emendamento alla legge di stabilità (leggi, finanziaria). Mentre Napolitano ieri sera nominava Mario Monti senatore a vita ed oggi spendeva due ore del suo prezioso tempo con quest'ultimo, Berlusconi forse non si dimetterà. No, certo che lo farà, ne sono sicuro e, detta fra noi, ci spero come ci sperano in molti. Approposito, avete visto come fuggono i topi quando la nave affonda? Fino a ieri tutti super convinti a difendere il capo e a spergiurare che, tutto sommato, la crisi non è poi così forte, oggi fanno a gomitate per formare nuovi gruppi parlamentare: che schifo, nemmeno un po' di orgoglio. I malpancisti, i frondisti, i responsabili: tutti una banda di ladroni volta faccia della peggior specie. Quasi quasi mi spiace per Berlusconi, in questo frangente, così solo ed abbandonato, vittima forse del suo stesso modo d'essere.
Ad ogni modo, se a destra le cose non vanno bene, a sinistra mi pare vadano anche peggio. La sinistra italiana trova infatti sempre un motivo per dividersi. Oggi la motivazione è che nè Di Pietro nè Vendola vogliono un Governo Monti ma spingono, al contrario, per elezioni anticipate. Ma dico, con che criterio? Con la medesima legge elettorale che ci ha regalato questo Parlamento? Ma non eravate voi, fino a ieri, a voler modificare le regole del voto prima di ogni altra cosa? e oggi che vedete qualche punto percentuale in più o la possibilità di entrare in Parlamento, allora gettate a mare le proposte degli ultimi mesi e siete disposti a mettere l'Italia (e noi poveri fessi), con le chiappe al vento per due lunghi mesi di campagna elettorale? Ma con che testa ragionate?
Insomma, sono vent'anni che aspetto la fine di Berlusconi, ed ora che forse è arrivata, la sinistra si è fatta trovare impreparata a reggere l'urto.

Saluti

sabato 5 novembre 2011

Una Pausa alla Crisi: l'Alluvione

Come dice il detto "piove sempre sul bagnato", e la beffa ultima è l'affermazione del Presidente del Consiglio Berlusconi, che a quanto pare ha perso definitivamente la capacità di capire quando tacere. La sua ultima uscita, in riferimento all'alluvione di Genova, è stata "si è costruito dove non si doveva". Proprio lui, parla, il Re dei Condonatori: ci spieghi allora com'è possibile che si sia costruito in quelle zone, come mai in Italia non esistono più dei seri piani urbanistici, non si eseguono più manutenzioni degli argini e degli alvei, si costruisce in prossimità delle golene, ed ogni anno (ormai questa è la frequenza), si accampano scuse incredibili e si tirano in ballo condizioni meteo imprevedibili o particolarmente sfortunate. L'anno scorso la mia Padova, quest'anno Genova, ma non è mai colpa degli speculatori edilizi, della politica, delle amministrazioni. Non è mai colpa di alcuno.

Saluti e solidarietà agli amici liguri

martedì 1 novembre 2011

Da consumatori a consumati: le ultime beffe

Ora lo spread, a quanto ci dicono, ha raggiunto quota 410 punti. Ad Agosto ci avevano raccontato che, superata la soglia dei 400 punti, l'Italia sarebbe andata in banca rotta ed avrebbe dovuto dichiarare il fallimento. Oggi ci dicono che i mercati sono più benevoli di quanto si pensi, perchè far cadere l'Italia sarebbe come decretare la fine del sistema Europa.
Io personalmente mi sono rotto di questo balletto, dove si continuano a giustificare azioni e misure drastiche verso la gente, con la scusa che la BCE ed il mercato ce lo chiedono. Anche ieri, a l'Infedele (Gad Lerner su La7), la spocchia e l'arroganza della politica, anche quella di centro sinistra (non confrontabile comunque con il centro destra), hanno dominato. Vorrei ricordare a Rosy Bondi che sono quelli come lei a dovere delle risposte a noi, il popolo spaventato, e legittimato a pretenderle. Invece sembra sempre ci faccinao un favore a rispondere alle domande, si giustificano a fatica, e non vogliono assumersi la responsabilità delle "decisioni difficili" come le chiamava ieri sera a gran voce Cacciari. Ma fra il Movimento, il Movimento 5 Stelle, la politica dei partiti, il Sindacato, chi ha delle risposte? o meglio, chi avrebbe il coraggio di andare al Governo e prendere misure radicali? Io sento tante idee, tantissime proposte, ma poca forza per realizzarle e su questo, nonostante non lo ami, devo dare ragione a Cacciari. Il Movimento degli Indignados propone Democrazia dal basso e diffusa: perfetto, solo che su scala nazionale temo rischi di diventare l'anarchia; non si può tornare ad un sistema con votazioni per alzata di mano da parte del popolo. Ricordiamo che il Parlamento è nato proprio per dare rappresentanza popolare: che poi sia stato stuprato nel suo significato e nel supo utilizzo è un altro discorso, ma il suo compito è proprio quello. Sarebbe da ridimensionare? Probabilmente.
Il Movimento 5 stelle si dichiara un non-partito, come se essere un partito politico sia una colpa. Eppure si muove sul territorio, fa comizi ed interviene nel locale con le medesime modalità dei grandi partiti di una volta. Che il concetto di partito sia stato stuprato (come il Parlamento), questo è un fatto, ma non significa che quanto funzionava non possa essere ripristinato, anche con mezzi nuovi come la rete. Ma mantenere tutto on line, votazioni comprese, mi sembra aberrante, ed in questo sono perfettamente d'accordo con quanto sosteneva l'altra sera il vice direttore de Il Sole 24 Ore su In Onda, altro programma di La7. E poi, diciamoci la verità, il movimento 5 stelle porta avanti delle istanze condivisibilissime, ma su base locale, non nazionale, ed un soggetto politco che si propone per il cambiamento non può esimersi dal confrontarsi con la dimensione nazionale, per un'uguaglianza di tutti gli italiani.
Quindi tante proposte, ma poca forza per realizzarle. Forse l'unica soluzione sarebbe lasciare la decisione in mano di Napolitano, ed a lui l'indicazione di una persona super partes in grado di dimezzare la politica, di riformare il sistema finanziario in Italia, di tassare le transazioni finanziarie, di tagliare le gambe alle lobby (per lo meno ad alcune), di creare sviluppo e futuro per tutti, soprattutto per noi giovani ed i nostri figli.

Saluti

mercoledì 26 ottobre 2011

Da consumatori a consumati: Licenziati e mai Pensionati

Ed ecco uno dei risultati tanto attesi (ed auspicati da alcune parti), della crisi: maggior flessibilità nel mondo del lavoro, quindi licenziamenti più facili ed innalzamento dell'età pensionabile. Sembrano essere queste le parole d'ordine della lettera che il Governo italiano ha inviato oggi all'Unione Europea, venendo in contro in toto a quanto richiesto dalla Banca Centrale e dal Fondo Monetario. Per risolvere la crisi prodotta dalla speculazione finanziaria, quindi, non si puniscono gli speculatori ma quelli che la crisi la vivono tutti i giorni, sulla propria pelle.
La cosa che non stupisce è che, ovviamente, queste sono misure che valgono solo per la gente comune, perchè di certo nessuno si sognerà di licenziare un ministro o un sotto segretario se non fa il suo dovere, o di imporgli ad andare in pensione a 67 anni. Loro, la pensione, la percepiscono se completano i 5 anni di carica istituzionale. Altri, come la moglie di Bossi (quanto brucia alla Lega dura e pura sentirsi rinfacciare che, di tanto in tanto, anche lei ne approfitta?), in pensione di sono andati a 39 anni: chissà se sarà una di quelle persone chiamate a pagare un po' di più per il beneficio da baby pensionata goduto fin'ora (e pagato da noi, come al solito).

Saluti

mercoledì 19 ottobre 2011

Da consumatori a consumati: i nostri Diritti

Vorrei continuare con il mio "tuffo" nel cuore della crisi, e di analisi dei diversi settori nei quali veniamo toccati, parlando di uno dei temi secondo me più scottanti: i nostri diritti.
Tema questo di cui si parla poco, a mio avviso, e che invece rappresenta uno dei nodi della questione: la crisi economico finanziaria non sta giustificando semplicemente tagli a qualsiasi servizio sociale, o particolari misure di austerità e rigore, ma al contrario viene usata, da chi ci governa, come giustificazione a tagli e limitazioni pesanti dei nostri diritti.
Questo fatto mi è apparso chiaro durante una puntata di "In Onda", programma di approfondimento politico di La7, che come ospiti presentava Oliviero Diliberto (Segretario del parito Pdci), e Simone Baldelli (PdL), ed il cui tema era la manifestazione di sabato, scorso a Roma e, più in generale, il motivo per cui gli Indignados e molti come loro scendano in piazza. "Cosa vogliono?", chiedevano Telese e Porro (i due giornalisti che conducono la trasmissione. "Quali le loro proposte?".
Nel corso della trasmissione, Diliberto ha fatto un intervento interessante, sostenendo che, quando lui iniziò a lavorare, ricevette una contratto a tempo indeterminato ed il suo stipendio veniva adeguato all'inflazione ed alla diminuzione del potere d'acquisto del denaro grazie alla scala mobile. Grazie a questo contratto ed all'equocanone gli fu possibile affittare una casa e, successivamente, comprarla perchè la banca gli accordò un mutuo. Alla fine della sua vita lavorativa, ebbe la certezza di una pensione calcolata sui contributi versati negli anni.
Insomma, Diliberto ha ha presentato un sistema "ideale" (almeno agli occhi di noi giovani, oggi), ma che è stato garantito dallo Stato fino all'altro giorno, semplicemente perchè nato da decenni di lotte e rivendicazione di diritti per i lavoratori ed i cittadini. E proprio questo è il punto, il diritto ad una vita e ad un futuro, e credo sia esattamente quel che chiedono gli Indignados di tutto il mondo (e non solo loro).
In tutta risposta Baldelli ha avuto l'arroganza di sottolineare come la crisi imponga l'abbandono di un sistema di privilegi, cui eravamo abituati, per stringere la cinghia. Anzi, ha sostenuto che la crisi è in parte dovuta a questi cosiddetti privilegi, che abbiamo dovuto pagare alle generazioni ora in pensione. Insomma i nostri diritti vengono declassati a privilegi.
Vorrei ricordare all'onorevole Baldelli, nel caso in cui nella sua ovattata casa d'oro non se ne rendesse conto, che quei "privilegi", come li chiama lui, altro non sono che diritti fondamentali ed inalienabili di qualsiasi lavoratore. Il diritto alla casa, al lavoro garantito ed equamente retribuito, ad un futuro, ad una pensione. Se Bandelli, come gli altri come lui, ritengono che questi siano privilegi, allora forse è il caso che lo spieghino chiaramente alla gente, e che quella stessa gente che sabato scorso se n'è rimasta rintanata in casa (come il sottoscritto), scenda in piazza per riprendersi quello che persone come Bandelli ci vogliono togliere, con la scusa di una crisi finananziaria, provocata (o quanto meno consentita) da quelli come Bandelli.

Saluti

domenica 16 ottobre 2011

HANNO ROVINATO TUTTO... ANCORA!!!

Grazie, chiunque voi siate, per essere riusciti a rovinare tutto, ancora una volta. Grazie, chiunque voi siate, per essere riusciti a fare il gioco dei potenti, ancora una volta.
Grazie, chiunque voi siate, per essere riusciti a fare il gioco di quello stesso sistema che dite di voler combattere, ancora una volta.
E' da Genova 2001 che vi infiltrate laddove il Movimento è più debole e meno strutturato, e colpite usando il Movimento come una sorta di tuta di protezione. Tutti sanno chi siete, ma nessuno vuole fermarvi. Che ci sia anche una logica di utilizzo verso di voi? forse a qualcuno fa comodo che andiate in giro a spaccar vetrine, per poter delegittimare la protesta e nascondere i veri motivi? Chi si ricorda i motivi di Genova alzi la mano. Chi si ricorda a memoria l'omicidio Giuliani alzi la mano. Ecco, avete vinto di nuovo.
La cosa che lascia perplessi è che, laddove la manifestazione è forte e strutturata (sia essa organizzata dal Sindacato, da un partito o da un Social Forum, come a Firenze nel 2003), non accade nulla, perchè il virus Black Block non riesce ad infiltrarsi e a trovare terreno fertile. Laddove invece la Manifestazione è debole e forse fin troppo ideale piuttosto che pratica, ecco che trovate un'involontaria spalla, un'assenza totale di servizio d'ordine interno, e vi sfogate... lasciano che vi sfoghiate e mettiate a ferro e fuoco le nostre città.
Che tristezza, forse dovremmo essere proprio noi, i pacifici, a sentirci sotto attacco per primi e ad organizzarci con dei servizi d'ordine interni, una sorta di red (o white) block, per spezzare le gambe a questa banda di disgraziati. Violenza, ma solo in regime difensivo per le proprie idee.

Saluti

sabato 15 ottobre 2011

Da consumatori a consumati: il Cibo

Dopo aver visto come la crisi finanziario/economica si traduca in tagli indiscriminati verso la salvaguardia del nostro stesso ambiente naturale e verso politiche atte a proteggerlo (mio ultimo intervento), oggi leggo sull'ultimo numero di Internazionale, che la speculazione finanaziaria, in crisi sul fronte delle case (mutui sub prime, che scatenarono il collasso del 2008), e su quello delle banche, si riversa sul mercato delle materie prime per l'industria alimentare.
Un reportage di "Die Spiegel" (periodico tedesco molto interessante), spiega infatti come la speculazione mondiale e gli investitori (siano essi grandi gruppi bancari o piccoli soggetti interessati solo a fare profitti limitati), si stiano rivolgendo alle piazze affari di Wall Street e Londra, mettendo in crisi il sistema delle materie prime. Questo non tanto per gli investimenti fini a se stessi, quanto a causa dell'applicazione delle cosiddette futures anche a mais, cereali, carne, ecc. E qui, finalmente, capisco davvero cosa siano le famigerate futures: non è altro che la vendita, al prezzo attuale della materia prima interessata, di una "promessa" di produzione nei prossimi giorni, settimane o mesi. Se la produzione avviene ed è positiva, ci guadagna chi ha venduto la future, se è scarsa o negativa ci guadagna chi ha acquistato la future.
Se però ad acquistare le futures (esattamente come nel caso dei mutui sub prime), non sono soggetti interessati al prodotto finale, ma solo alla speculazione, questi si rivenderanno la future o il debito ad essa connesso, per guadagnare e prima ancora di essere entrati in contatto con il prodotto finale; anzi, del prodotto finale non gliene importa proprio niente. Immagino, per esempio, che la Barilla possa comprare delle "promesse di produzione" di frumento, perchè direttamente interessata alla materia prima per produrre la pasta. Immagino al contrario che alla Goldman Sachs non gliene importi nulla del frumento, e sia invece più interessata a speculare sulle future rivendendole (rincarate per poterci guadagnare, ovviamente), prima ancora che il contadino abbia effettivamente mietuto il grano. In questa maniera, però, si alimenta un sistema di indebitamento a catena, perchè se originariamente la vendita di future sulle materie prime aveva funzionato e reso il sistema stabile, con l'arrivo della finanza e degli speculatori questo equilibrio è stato rotto.
Inizialmente, infatti, (trenta o quaranta anni fa), le futures venivano vendute al prezzo di mercato della materia prima, per consentire ai produttori di tenere, per l'appunto, tale prezzo fisso scommettendo sulla produttività dei loro campi. Il prezzo della mteria prima, quindi, era univoco e le futures non avevano la minima influenza sull'economia reale. Oggi, con la speculazione finanziaria, questo non è più vero. Le futures, vendute e rivendute in una corsa al rincaro, influenzano sempre di più il prezzo iniziale delle materie prime che hanno completamento perso il loro significato di bene di consumo, e hanno assunto quasi esclusivamente quello di bene di vendita e guadagno. Questo sistema, come evidente, incide sempre di più sull'economia reale rendendo i prezzi dei beni di prima necessità sempre più alti.
Sempre il reportage della Spiegel richiama uno studio della Fao, secondo cui nell'ultimo anno il prezzo dei cereali sarebbe aumentato del 71%, così come quello degli olii e dei grassi destinati all'alimentazione, per fare solo alcuni esempi. Forse questi effetti non si faranno sentire qui da noi, in Occidente, (anche se fare la spesa diventa sempre più difficile), ma nei Paesi del Terzo Mondo le cose sono drammatiche e si stima che la speculazione finanziari sui generi di prima necessità abbia prodotto quaranta milioni di nuovi poveri.
Credo quindi che, oltre alle solite e comuni storie cui la politica ci ha abituati in merito alla crisi, alla necessità di salvare le banche (sapete che la Goldman Sachs, con questo sistema, ha guadagnato nel 2009 oltre cinque miliardi di dollari speculando sulla fame della gente?), alla quasi inevitabilità di misure di austerità e di pagamento del debito, forse dovremmo iniziare a parlare anche di questi aspetti, per convincere sempre più persone che "un altro Mondo è possibile".

Saluti

venerdì 14 ottobre 2011

Da consumatori a consumati: l'Ambiente

Ebbene sì, continuo con i miei piccoli interventi di condivisione sociale (quanto mi piace questa espressione), per sottolineare come, per fare fronte alla crisi, i tagli si abbattano sempre sui soliti noti. Peccato che questa volta i "soliti noti" sia l'ambiente italiano. Come ho scritto nel mio intervento di ieri, per l'anno prossimo sono stati stanziati circa 260 milioni di euro per le scuole private (ma perchè, come tutte le aziende, non possono essere a rischio fallimento? quanto forte è la lobby che le appoggia?): ebbene, notizia di questa notte, i fondi per il Ministero dell'Ambiente passeranno l'anno prossimo da 1,3 miliardi di euro stanziati nel 2008 a 120 milioni nel 2012!!! insomma, prenderanno più le scuole private che l'Ambiente italiano. Notevole, no? Se si pensa poi alle manovre di svendita delle spiagge e delle coste, al taglio dei fondi per la tutela dell'ambiente e la gestione dei parchi naturali, ed al condono previsto per i mostri edilizi in prossimità del mare nonchè alla proposta di (s)vendita di alcuni beni artistici italiani, il quadro è piuttosto sconfortante. E lo è ancora di più se si pensa alla situazione in cui ci troviamo. Insomma, cosa ci sta a fare ancora lì questo Governo? Perchè continuano a prenderci per i fondelli fingendo che la priorità sia il popolo italiano, e continuando impunemente a fare regali a qualche amico, lobby o casta che sia? Io, da cittadino, mi sento preso per il culo, soprattutto se penso al settore del turismo, che in Italia è forse uno dei pochi a tirare ancora.
Quanto durerà questa stressante agonia?

Saluti

giovedì 13 ottobre 2011

Da consumarsi preferibilmente entro

Questa mattina, mio malgrado, sono venuto in ufficio con l'auto, ma solo perchè dovevo riconsegnare il mezzo aziendale, visto che ieri sono rientrato oltre le 20 da un cantiere. Ascoltando la radio, le notizie passate sono state: nel 2012 la somma stanziata prevista per le scuole private sarà di 260 milioni di euro;sempre nel 2012 la somma stanziata prevista per le operazioni militari sarà di 700 milioni di euro; aumento del premio assicurativo per auto e moto nel 2011 da un +25% ad un +35%.
Allora mi chiedo, da povero ed ignorante cittadino: ma a me della prescrizione breve e del decreto sulle intercettazioni cosa diavolo interessa? perchè questo Governo, ormai alla frutta, continua impunemente (perchè ormai il comportamento dell'esecutivo rasenta l'offesa personale), a pensare più ai problemi del Premier che a quelli del Paese?
In questo senso sono assolutamente d'accordo con le manifestazioni di piazza, con i blocchi di protesta, con gli scioperi e con tutte le iniziative popolari non violente (assolutamente non violente, non cadiamo nel tranello), tese a sensibilizzare la gente sulla crisi attuale e sul fatto che, a oggi, Berlusconi ed i suoi non sono assolutamente in grado di gestirla. O meglio, scusate, è evidente che a questi signori non interessa minimamente gestire la crisi in cui versa il Paese.

Saluti

martedì 11 ottobre 2011

15 Ottobre 2011: Manifestazione mondiale contro la crisi finanziaria

Ieri, durante la puntata di questa settimana de "L'Infedele" di Gad Lerner, è stato ricordato che sabato 15 Ottobre, a Roma, si terrà una grande manifestazione di protesta e rivendicazione contro la crisi economica ma, soprattutto, contro le richieste pervenute da FMI, BCE e chi più ne ha più ne metta, in merito ai sacrifici che noi, comuni cittadini, dovremmo fare per evitare che le banche ed il sistema finanziario nel suo complesso cadano.
La manifestazione vedrà la partecipazione di numerose sigle, associazioni, partiti e cittadini comuni, e l'organizzazione nel suo complesso è stata gestita dal Coordinamento 15 Ottobre fin dall'inizio di Settembre. Ovviamente, come purtroppo spesso accade in queste occasioni, si teme (io temo), che il momento di rivendicazione di dignità e diritti si traduca in una prova di forza, con gruppi di facinorosi più interessati a trasformare Roma in una nuova Intifada.
Ricordo che la manifestazione è stata indetta il 15 Ottobre con un coordinamento internazionale, e si terrà in contemporanea in più di altre 400 città non solo europee ma di tutto il Mondo.
Credo che il momento sia delicato e difficilissimo, perchè segna un possibile passaggio del testimone da teorie (e pratiche, soprattutto), neo liberiste a qualche cosa (perchè, a oggi, ci sono tante idee, sogni e proposte ma poche soluzioni pratiche), di diverso e più rispettoso dell'essere umano. Così come in occasione della manifestazione del 15 Febbraio 2003 contro la Guerra in Iraq, che coinvolse centinaia di milioni di persone dall'Australia agli Stati Uniti (forse la più grande manifestazione della storia dell'Umanità, perfettamente coordinata), forse non si eviterà il peggio ma si contribuirà a creare una consapevolezza più profonda nella gente.

Saluti

domenica 9 ottobre 2011

Il ritorno dei Movimenti

Era nato nel 1999, a Seattle, in occasione della conferenza ministeriale del WTO (World Trade Organisation), ed è proseguito per tutto il primo decennio del nuovo millennio sotto molteplici e, talvolta, mutevoli forme. Li hanno chiato Popolo di Seattle, No Global, neo comunisti ed antiliberisti, ma, secondo me, senza mai coglierne appieno il senso. I temi rivendicati e le lotte erano anti globalizzazione, quella malata e deformata delle politiche neo liberiste, per cui il capitale vince e deve avere la meglio sulla gente. L'ironia della cosa, forse, era proprio questa: un movimento globale per dire no alla globalizzazione.
Quello stesso popolo è passato per Puerto Alegre, è passato per le manifestazione ad ogni singolo raduno del G8, del WTO, del FMI e di qualsiasi altra istituzione rappresentante il distacco degli interessi finanziari e capitalisti dalla gente comune. Certo, il movimento è passato anche per Genova 2001 e per il Black Block (dubbia metastasi di certo usata da politicanti senza troppa morale come "dimostrazione" che il Movimento era malato), ma in definitva quello che veniva rivendicato, dai diritti degli indios fino alla lotta al surriscaldamento global, dalle accuse alle grandi istituzioni finanziari fino ai problemi delle minoranze etniche in europa, erano tutte cose legittime e perfettamente condivisibili. La politica però non ha saputo ascoltare. Le sinistre, quelle di governo e quelle di opposizione, non hanno saputo ascoltare, e non solo qui in Italia, il messaggio e realizzarlo sempre troppo interessate ad inglobare ed etichettare il Movimento, invece che a provare a realizzarne le istanze (basti pensare ai Girotondi: quanta gente hanno raccolto? e quanti tentativi di appropriazione indebita da parte di taluni partiti?).
Oggi, dopo qualche anno in sordina, i movimenti ritornano sull'onda emotiva (e forse sulla disperazione), determinata dalla crisi finanziaria, dalla crisi economica, dalla crisi sociale. I movimenti tornano, con nomi diversi (Indignados, per lo più, copiando i cugini spagnoli), ma rivendicando sostanzialmente le stesse cose di dieci anni fa, per lo meno a mio modo di vedere: uguaglianza sociale, più diritti, la persona davanti al profitto, regole per il mercato globale. Quelle regole che, se fossero state imposte (non discusse ma imposte), alla finanza globale dieci anni fa forse avrebbero consentito di evitare la situazione in cui ci troviamo oggi.
Se ascoltiamo i "rivoluzionari" medio-orientali (dall'Egitto alla Siria repressa), i manifestanti greci, gli spagnoli, gli inglesi e, adesso, anche gli americani, rivendicano tutti le medesime cose: assistenza sanitaria ed istruzione di base gratuite e di buon livello, opportunità di lavoro, meno disinteresse della politica per la società, meno collusioni politica finanza, meno potere alle banche (che tutti i Paesi, indifferentemente, hanno salvato a scapito dei cittadini), meno potere sulle politiche interne da parte delle agenzie di rating o di altri fantomatici soggetti extraterrestri. Insomma, il movimento no global, a mio parere, non è mai scomparso, ha solo cambiato forma, volto e nome, ma di fondo resta lo stesso dei Social Forum. Se però la politica non si decirà ad ascoltarlo, temo non si riuscirà mai ad emergere dalla crisi. Certo ora, rispetto ai primi anni duemila, c'è un elemento in più: la crisi finanziaria ed economica sta colpendo tutti, indistintamente, quindi non si tratta più solo di un manipolo di curiosi manifestanti folkloristici e multietnici che invadono le strade e le piazze, ma di intere popolazioni, industriali compresi, che cercano una soluzione al problema. Ognuno a modo proprio ma, di fatto, confermando che le istanze del Movimento erano e sono assolutamente corrette.

Saluti

sabato 1 ottobre 2011

Un Popolo a Raccolta

Fanno un po' sorridere le stizzite risposte della Lega alle dichiarazioni del Capo dello Stato, in merito all'esistenza di un popolo e di una nazione padana (grazie Napolitano, finalmente redarguisci a tono, questi dubbi personaggi), alla luce del risultato del comitato referendario e della raccolta firme per l'abolizione del Porcellum, simbolo del fatto che il popolo italiano vuole ancora poter esprimere un giudizio unitario.
Fino ad una settimana fa, con l'obiettivo legale di 500.000 firme, i promotori si erano imposti un tetto di 700.000 firme, a scanso di sorprese nella validazione in Cassazione. Il risultato va oltre ogni più rosea aspettativa: 1.210.466 firme depositate ieri in Cassazione. Entro il 5 Dicembre il verdetto, per poter portare il Referendum in Parlamento, anche se ancora c'è il rischio che la consultazione popolare possa venire dichiarata incostituzionale.
L'unica cosa che lascia l'amaro in bocca, è il solito tentativo della Politica di accaparrarsi un risultato già clamoroso. Perchè non ammettere semplicemente che i Referendum sono l'espressione della volontà popolare più alta, che con la politica (soprattutto quella degli ultimi tempi), non c'entra nulla?

Saluti

venerdì 30 settembre 2011

Mafie e lobby di Stato

Dopo un lungo silenzio, dovuto essenzialmente alla nuova personcina con cui condivido il medesimo tetto, torno riportando il sunto di uno scambio di opinioni avvenuto ieri con un paio di colleghi. Si discuteva di crisi politica, di crisi economica, di crisi quasi esistenziale del Paese, su che cosa il Governo non sta facendo e dovrebbe fare per rilanciare un po' l'economia e ridare fiducia ai cittadini prima che ai mercati, e che tipo di influenza hanno sulla situazione attuale i comportamenti "leggeri" cui ormai ci hanno (e ci siamo) abituati negli ultimi vent'anni.
Non poteva non mancare la battuta sul Sud che spende invece che produrre.
Nonostante l'iniziale battuta provocatoria di uno dei due colleghi sul Meridione, devo dire che ho trovato una sponda tutt'altro che stupida e qualunquista, e la discussione sulla Mafia e sulla Camorra si è rapidamente estesa portandoci ad una conclusione. Le Mafie "ufficiali" non sono che la punta visibile (e non legalizzata), si un sistema di malaffare diffusissimo in Italia, senza il quale sembra che il Sistema Stato non sia in grado di avanzare e sostenersi. Le logge massoniche sono una forma di Mafia, le corporazioni sono una forma di Mafia, talune associazioni sono una forma di Mafia, così come (e qui mi troverò sotto il fuoco incrociato dei cecchini), talvolta il Sindacato, la Confidustria, la lobby dei notai, dei commercialisti, dei tassisti e chi più ne ha più ne metta.
In Italia la politica non vuole smantellare questo sistema, perchè la politica stessa è una forma di Mafia (essere inseriti in una lista elettiva bloccata non è una forma di "favore" all'amico dell'amico?), e di essa si nutre. La differenza con Camorra ed 'Ndrangheta? che quelle citate sono legalizzate dal sistema.
La conclusione logica è quindi che dovremmo smetterla di vedere solo il lumicino che ci mostrano, pensando (o illudendoci) che l'arresto dell'ultimo boss possa in un qualche modo bloccare il sistema mafioso in Italia. Le Mafie del Sud fanno affari d'oro al Nord, e vi si sono installate già da diversi decenni (checchè ne dica la Lega), e le Mafie del Nord investono e scaricano rifiuti al Sud. Ma questa, come detto, è solo la faccia illegale e più romanzesca della cosa, perchè in Italia "mafia" significa altro tant'è che quando Falcone e Borsellino hanno iniziato a puntare il dito sulle collusioni mafia-Stato sono stati fatti fuori.
Che cosa aspettarsi allora da questa politica? certo non tutti sono conniventi e non tutti sono sporchi, ma allo stato attuale delle cose possiamo aspettarci che qualcuno dimostri un colpo di reni e di orgoglio e rinneghi (o quanto meno ridimensioni) questo sistema che, come detto, non è solo del Sud, non è solo della Politica ma è anche di molti dei nostri commercialisti, notai, avvocati, ecc, ecc, ecc?

Saluti

domenica 18 settembre 2011

Politica temporale e politica sociale

Questa settimana ho avuto modo di vedere un paio di volte Otto e Mezzo, il programma di Lilli Gruber su La7. A seguire, sempre sullo stesso canale, giovedì ho visto la prima puntata di Piazza Pulita, il nuovo programma di approfondimento politico di e con Corrado Formigli. Sempre questa settimana ho avuto modo di leggere sui quotidiani di Tarantini, di Berlusconi, delle escort, delle deputate che le procacciavano, delle festine, degi intrallazzi, dei ricatti al Premier.
Come cittadino italiano penso di poter dire che ne ho le scatole piene.
Sono anni che, fra beghe giudiziarie e scandali sessuali, ci si occupa solamente di quello che non vorremmo che Berlusconi facesse, invece di dire chiaramente cosa faremmo noi (opposizione o liberi pensatori), al posto suo. Lungi da me l'idea di volerlo difendere, sia ben chiaro, ma davvero l'Opposizione ed i giornalisti non hanno nulla da dire sul come si pensa di uscire dalla crisi se, ipoteticamente, domani dovesse venire meno il Governo? Non ho ancora sentito nessun esponente del PD o di Italia dei Valori dire come dovrebbe cambiare il sistema Stato per evitare che una crisi come quella che stiamo vivendo non si debba ripresentare, o cosa farebbero per dare un lavoro a quel 20% di giovani disoccupati, o come vorrebbero cambiare le regole di "flessibilità del lavoro", che tanti danni ha provocato. Non ho ancora sentito nessuno che, con tono grave e sguardo serio, mi abbia convito di voler stroncare lo strapotere delle lobby e delle caste italiane, che ormai legano le mani a qualsiasi incisiva azione politica tesa ad un cambiamento reale, nonostante sia quello che chiedono, da tempo, le piazze, i movimenti e le forze extra parlamentari.
A onor del vero su L'Infedele di e con Gad Lerner, lunedì scorso ho sentito cose molto interessanti. Patrimoniale, in diverse salse e forme, ICI per la Chiesa, tasse equamente ripartite. Insomma, ho sentito delle proposte. Peccato che non fosse presente alcun big della politica.
Allora, per concludere, mi viene da fare un paragone. Così come io mi sono sempre dichiarato avverso all'istituzione Chiesa, mentre non ho mai provato alcuna antipatia particolare per religione, fede o spiritualità (per quanto io non sia credente), che nulla hanno a che fare con le implicazioni materiali e terrene, o con il potere temporale ed economico, così ora mi trovo ad osteggiare il Parlamento e l'esercizio "temporale" della politica, nonostante provi profonda ammirazione per la politica "spirituale" e sociale, e ne consideri tanto alto il valore e l'utilità. Questa cosa però mi crea profondo rammarico, perchè il Parlamento dovrebbe essere il luogo di esercizio della politica intesa nel suo senso più alto (quasi classico e filosofico), e credo che questo spazio vada riconquistato il prima possibile. Purtroppo, come faceva notare Lilli Gruber qualche sera fa, al momento non vedo grandi statisti che potrebbero incarnare questo spirito, riportandolo negli spazi che gli sono propri.

Saluti

martedì 13 settembre 2011

Firmiamo per il Referendum: aboliamo il Porcellum

Dopo qualche giorno di silenzio, torno a scrivere su questo mio blog, neo padre di una seconda splendida bambina nata alle 2.40 di ieri notte.
E proprio per lei, per noi, per le generazioni presenti e future invito tutti a spargere la voce e ad andare a firmare per il Referendum di iniziativa popolare, che ha come scopo l'abolizione del Porcellum di Calderoli, espressione di un mal governo pesantemente radicato sul nostro territorio e di una casta politica che, ormai, scrive leggi a suo uso e consumo, che le consentano di perpetrare il proprio potere.
Quindi se non siete ancora andati a firmare, correte numerosi e portate con voi più gente possibile. Rimangono ancora circa 170.000 autografi e poi l'iter del Referendum, che ci consentirà di eleggere direttamente i nostri rappresentanti in Parlamento, potrà prendere il via.
Qui un articolo riassuntivo su Repubblica.it, dove sono anche indicati i vari capanelli dove sarà possibile firmare nei prossimi 17 giorni.

Saluti

giovedì 8 settembre 2011

Also sprach Berlusconi (così parlò Berlusconi)

E Berlusconi disse a Lavitola "non tornare in Italia", meglio starsene all'estero vista la magistratura italiana che si ostina a perseguire i lazzaroni. Questa notizia arriva in uno dei momenti più difficili dello Stato italiano, in cui molti degli elettori del centro destra si sono resi conto che Berlusconi & Co non sono quello che hanno detto e promesso negli ultimi quindici anni. Questa notizia arriva a minare ancora più in profondità (se possibile, soprattutto dopo quel "Paese di merda" rivolta all'Italia di qualche giorno fa), la compromessa credibilità nazionale ed internazionale dell'esecutivo.
Ed intanto la manovra segue sempre più il tortuoso percorso della difesa degli indifendibili, con riduzione dei tagli ai benefit dei parlamentari e tassa di lusso sopra i 300.000 euro.
Non si capisce la strategia (non c'è), nè la prospettiva (non c'è), tanto che perfino gli elettori di centro destra si dimenano senza racapezzarsi, ed arrivano ad accusare il PdL di essere di sinistra viste le tasse proposte. A tal punto è arrivato il lavaggio del cervello degli ultimi decenni, che ormai chiunque proponga tasse, indipendentemente dalla fede politica, dal partito o dalla contingenza storica ed economica, diventa irrimediabilmente di sinistra.
La crisi economica mi preoccupa, ma ancora di più mi preccupa come riusciremo a recuperare il deficit sociale e culturale imposto da questa classe politica.

Saluti

mercoledì 7 settembre 2011

Il Governo del Fare: una settimana dopo

Una settimana fa avevo introdotto la situazione in cui giace (perchè di stasi si sta parlando), il cosiddetto Governo del Fare, e dell'assoluta immagine di inaffidabilità che sta fornendo al Mondo esterno.
Oggi, a distanza di una settimane, le cose non sono affatto cambiate, nonostante ci sia stato anche un esplicito richiamo (lunedì sera), del Presidente della Repubblica ad una soluzione rapida e precisa.
Berlusconi & Co stanno ancora spandendo fumo e confusione, giusto per rendere ancora più incerta la manovra finanziaria e, se possibile, instillare un dubbio ancora maggiore nei mercati e negli investitori sulle loro effettive capacità di risollevare il Paese dalla crisi. Ora pare si sia tornati ad una sorta di "contributo solidarietà" per redditi sopra i 300.000 euro e che l'IVA sarà alzata al 21%. Ovviamente nulla di tutto ciò va verso lo sviluppo del Paese.
Inoltre, come in questo blog si è più volte fatto notare, quasi tutte le proposte avanzate dal Governo mirano, direttamente o indirettamente, a far pagare sempre i soliti cittadini dipendenti, privati o statali che siano. Tagliare fondi ai Comuni, costringerà questi ad alzare i biglietti dei tram e degli autobus o a mettere a pagamento i parcheggi scambiatori (come accaduto a Padova). Tassare le società che distribuiscono energia, servirà solo a far alzare le bollette di acqua, gas ed energia elettrica. Insomma, ce ne vogliamo rendere conto?
Senza contare che la crisi viene tranquillamente usata per tagliare i diritti dei lavoratori.
Fossimo in un Paese serio, e si proponesse una sospensione dei contratti nazionali per due o tre anni, potrei anche starci. Ma con questo Governo e questi sindacati davvero non ci credo, e che pure quei poveracci dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato possano essere bellamente licenziati mi spaventa assai.
Che sicurezza e tranquillità sociale sta trasmettendo il Governo? Che certezze a noi e ai nostri figli per il futuro? nessuno.
Mi spiace, ma secondo me con questa gente non ne veniamo fuori, soprattutto finchè l'intento sarà non scontentare gli amici degli amici ed i soliti noti, a discapito dei più.

Saluti

giovedì 1 settembre 2011

Il Governo del Fare

A quanto pare il Governo del Fare, che non mette le mani nelle tasche degli italiani, non riesce a venire fuori dall'empasse sulla manovra fiscale. Una prima manovra a Giugno/Luglio, poi una seconda, poi una terza, poi chissà, e tutto solo perchè l'Unione Europea ha mandato una lettera a Berlusconi, sottolineando la necessità di modificare quanto già deciso, perchè con quelle poche cose l'Italia non si sarebbe salvata di certo. Ecco il punto, tutto a causa (o grazie), ad un monito ufficiale della tanto odiata Europa, senza la quale ora saremmo messi ancora peggio: se non altro ora è sotto gli occhi di tutti cosa il Governo non è in grado di fare.
Ad ogni modo è evidente che il Governo del Fare non ne verrà fuori, chiuso fra i fuochi incrociati delle lobby e di quelli che non ne vogliono sapere di pagare di più. Quindi via il Contributo di Solidarietà (rimettiamolo, al 5%-10%, sopra i 90.000€), più tagli ad enti locali (che dovranno aumentare il costo dei servizi per stare a galla, e quindi pagheremo noi), Robin tax sulle società che fanno servizio energia (che aumenteranno il prezzo di corrente e gas, e quindi pagheremo noi), tagli alle pensioni (forse sì o forse no). Un marasma in cui, di battuta in battuta, si scopre che dal condono fiscale del 2003 (targato Berlusconi), tantissimi evasori non hanno pagato il dovuto, si scopre che l'evasione fiscale, se efficacemente affrontata, potrebbe rendere parecchi miliardi di euro, si scopre che, forse, tassare le transazioni finanziare (vi ricordate la Tobin tax?!?), non sarebbe sbagliato.
Intanto però nessuno decide, perchè nessuno ha il coraggio di attaccare i veri poteri forti (fra cui l'impero del Cavaliere, o i tassisti romani, SIC!), per non perdere voti (quali?!? quelli della gente o quelli delle lobby?), alle prossime vicinissime elezioni.
Ed intanto l'Italia si avvia a fare la fine della Grecia.

Saluti

martedì 30 agosto 2011

Popolo Fascista

Ieri leggevo un articolo, apparso su stampa inglese, in memoria della strage di Oslo di qualche mese fa. Il giornalista riportava una commossa memoria delle decine di persone ammazzate senza pietà da Breivik (questo il nome del killer), e, con disappunto, sottolineava come in Europa le manifestazioni ideologiche di estrema destra stiano diventando sempre più frequenti, soprattutto in ambiti istituzionali e politici che, forse, dovrebbero essere i luoghi più immuni da queste derive, se non altro per dare il buon esempio alla popolazione. Tuttavia, continuava il giornalista, nonostante queste esternazioni razziste, nessun esponente politico di rilievo si è pronunciato in difesa di Breivik e delle sue idee, se non qualche sporadico e folkloristico personaggio come alcuni leghisti europarlamentari nostrani. E questo è il problema di fondo dell'Italia. Mentre siamo pronti a non concedere nulla a taluni eventi storici e sventoliamo lo spauracchio del comunismo (per dirne una), nei confronti del fascismo e dell'estrema destra siamo sempre piuttosto tiepidi, fin da Mussolini e forse più indietro ancora.
Come si può, mi domando e vi chiedo, valutare una persona che ha commesso una strage (una o molte poco importa), anche dal punto di vista ideologico? O come statista? Un assassino o uno stragista restano tali, poco importa che abbiano appoggiato, in un frangente della loro esistenza, un'ideologia condivisibile o che abbiano fatto opere pie.
Eppure, in Italia, questo non accade, e dal mondo politico non arriva alcuna indicazione e demonizzazione di questi comportamenti. Povera Italia.

Saluti

venerdì 26 agosto 2011

Una Crisi - Tutte le Crisi

Leggo articoli riguardanti le manifestazioni degi Indignados spagnoli e di una generazione greca tradita; leggo delle rivolte studentesche in Cile e delle proteste di tanti (soprattutto giovani), in Israele; leggo le analisi di autorevoli voci (come Noam Chomsky) sulla crisi degli Stati Uniti, dell'Europa, del Giappone. E leggo sempre le stesse cose. Da tutte le parti si chiedono più giustizia sociale, più cosa pubblica a discapito del privato, più garanzie per il futuro, più lavoro, meno finanza, meno pratiche neo liberiste, una ridistribuzione più equa dei bene, dei capitali e delle infrastrutture. Il Mondo intero è stato inquinato da teorie, prima capitaliste poi neo liberiste, che ponevano il successo finanziario al centro della vita pubblica e privata, e lo consideravano illimitato ed inarrestabile. Credo che i fatti, dal 2008 a oggi, abbiano smentito abbondantemente questa visione del mondo, ma mi sembra altresì che fin troppi potenti e politici siano ancora legati al mantenimento dello status quo. Tutto questo mentre il Pianeta è pervaso da intere generazioni che chiedono a gran voce più equilibrio e garanzie per il futuro.
Vorrei riportare alcuni passi di una lettera aperta di Veltroni e pubblicata oggi da Repubblica, che mi pare il riassunto più onesto di tutto questo e di una certa visione politica e sociale, con le proposte concrete che ne conseguono.
"... un nuovo patto del lavoro che, secondo la proposta Ichino, giustizi la precarietà e elevi la produttività, una riforma fiscale che contrasti l'evasione in un contesto di "pagare meno, pagare tutti". La rinuncia all'idea che lo Stato debba fare tutto e la fiducia nelle risorse sociali diffuse da attivare in un contesto di sussidiarietà, la fine della occupazione partitica della Rai e delle aziende locali, l'una affidata a meccanismi tipo Bankitalia e le altre ad un mercato regolato e orientato a valorizzare forze produttive innovative. Il dimezzamento da subito dei parlamentari e un sistema elettorale bipolare e uninominale , lo snellimento radicale di tutta la diffusa "professionalizzazione" della politica oggi smisuratamente più grande che nel passato. Partiti più lievi possono ritrovare il senso della loro passione ed essere più aperti, come da progetto originale del Pd. E poi la fine delle scandalose retribuzioni e liquidazioni di manager pubblici e privati, la lotta contro ogni forma di corruzione e contro quei poteri criminali che irrompono tra le maglie di una crisi economica forte e di uno Stato debole. Giustizia più rapida, meno carcere, diritto di voto agli immigrati per le amministrative, norme di sostegno al lavoro delle donne e alle politiche familiari. Scelta netta per gli Stati Uniti d'Europa e l'elezione diretta del loro Presidente , più forti politiche comuni di difesa e di bilancio, a cominciare dagli eurobond. Diritti dei gay , a cominciare dalle unioni civili, e scelta netta per le energie rinnovabili, defiscalizzazione dei contributi privati per ricerca e cultura e investimento pubblico forte e selettivo su scuola e università. E poi individuazione delle dieci opere strutturali fondamentali per il paese e affidamento del potere di realizzazione a persone oneste e stimate che possano definire tempi certi e regole per la loro realizzazione. Non manovre ogni sei mesi, ma riforme. Per spezzare il più pericoloso elemento di continuità della storia italiana: l'immobilismo rissoso...".

Saluti

mercoledì 24 agosto 2011

Questa Situazione non è Colpa mia

Sono stanco di discutere della crisi, della manovra finanziaria, dei battibecchi fra destra e sinistra (magari esistessero ancora, come una volta), degli interventi indecisi ed insicuri di sedicenti salvatori della Patria. Ognuno con la sua ricetta e privo della capacità di sintesi necessaria in questo caso, soprattutto per rassicurare un povero cittadino lavoratore dipendente come me, con moglie e figlia a carico, ed un secondo figlio in arrivo.
Non mi interessa più sottolineare come, prendendo una media di circa 140.000 € netti all'anno, ogni singolo deputato potrebbe contribuire a ridimensionare la condizione economica in cui versa l'Italia rinunciando al 60%-65% del proprio stipendio, e comunque continuando a percepire un compenso ben superiore alla media di noi poveri lavoratori.
Mi sono rotto di leggere la stampa estera (che riesce a fare sempre analisi molto più lucide della nostra, chissà poi come mai), che insiste nel parlare di "debito dell'Italia", di "faciloneria dell'economia italiana", di "lassismo dell'Italia nella gestione dei conti". IO non sono mai stato lassista nel gestire nè i conti nè gli investimenti della mia famiglia, non me lo posso permettere come la maggior parte dei cittadini italiani. NON è colpa mia se siamo in questa situazione. NON ho deciso io di passare i sabati sera a giocare alla finanza creativa e NON ho avuto nulla a che fare con l'indebitamento della nostra classe politica verso istituzioni ben più potenti di me.
SONO STANCO CHE SI CONTINUI A GENERALIZZARE E SONO STANCO CHE MI SI CHIEDA DI PAGARE PER COLPE DI ALTRI.
I miei genitori mi hanno sempre insegnato ad assumermi le mie responsabilità: se rompi qualche cosa o fai un danno, devi rimediare o pagarne le conseguenze. Perchè da noi nessuno rende conto? Perchè solo pochi di noi chiedono alla classe politica di rendere conto?
Ed intanto in nostri figli nascono già indebitati e noi, che abbiamo il supporto della pensione o dei risparmi dei nostri genitori, non potremmo garantire lo stesso sostegno ai nostri figli.
Come hanno ridotto il nostro Paese?

Saluti

lunedì 22 agosto 2011

Perchè siamo a questo punto?

Già, mi chiedo, perchè? Perfino al Meeting di CL è dovuto andare il Capo dello Stato per parlar chiaro e tentare di smuovere le acque, nella speranza che qualsiasi tavolo possa essere quello buono per lanciare la giusta scossa ad una politica che non reagisce.
Forse proporremo di reintrodurre il falso in bilancio, commenta il PD per voce di Rosy Bindi.
O i tagli agli Enti Locali o le Pensioni, fa eco dall'altra sponda Alfano, per venire incontro alle istanze della Lega, che intanto spara su tutto e su tutti, sperando di riconquistare un po' di quella "pancia" del popolo ormai stanco ed incazzato.
Evasione fiscale? Mah, probabilmente uno scudo bis si inventa il Cavaliere, mentre sono al vaglio proposte come la vendita di mobili ed immobili della Difesa, visto che siamo pieni di terreni, case, edifici assolutamente abbandonati. Va bene, risponde La Russa, ma a patto che i proventi restino al Ministero della Difesa. E perchè non alle scuole per i nostri ragazzi?
Dico io, dove vogliamo andare con una classe politica come questa, assolutamente inadatta ad affrontare una crisi come questa, perchè troppo raccolta nella difesa del proprio piccolo giardino fatto di interessi locali e personalismi?
Perchè nessuno parla di lotta all'evasione? Tutti (in primis le forze dell'ordine), sanno perfettamente che idraulici, muratori ed elettricisti (per citarne solo alcuni), in genere lavorano in nero, piangono il morto e vanno in giro con macchinoni che non si capisce come facciamo a permettersi. Dichiarano redditi da fame e poi hanno la piscina. Perchè non iniziare dal buon costume? Perchè nessuno ne parla?
E perchè, in un momento di criticità, nessuno tocca il tema delle proprietà vaticane? Perchè la Chiesa non deve iniziare a pagare l'ICI, magari solo per un periodo di un paio d'anni? Nel frattempo il Papa se ne va in giro per il Mondo, a predicare austerità ed investimenti per le generazioni future, ma guai a proporsi come un vero e possibile salvatore. A tal propostito segnalo il gruppo nato su FaceBook "Vaticano pagaci tu la manovra fiscale", certo provocatorio ma molto forte e sensato nel contenuto e nel merito. Vi invito a farvi un giretto.
Ma dove vogliamo andare come gentaglia come questa?

Saluti

giovedì 18 agosto 2011

Tobin Tax Europea e Rogne Italiane

Merkel e Zarkozy prospettano una Tobin Tax da mettere sul tavolo delle proposte a Settembre a Bruxelles. Per chi non lo ricordasse, la Tobin Tax è una tassa sulle transazioni finanziarie proposta per la prima volta nel 1972 da James Tobin (un economista americano successivamente premio Nobel per l'economia nel 1981), che a seguito dello scandalo Watergate propose una tassazione (a dire il vero non particolarmente alta, attorno allo 0,05%-1%) sulle transazioni finanziarie di qualsiasi natura, con l'obiettivo di limitare le azioni poco chiare e scorrette e di fare cassa per la Comunità, a spese dei grandi speculatori.
In linea di principio nulla da eccepire, tant'è vero che la proposta rimase nel dimenticatoio per più di vent'anni, finchè Ignacio Ramonet redattore di Le Monde Diplomatique non la rispolverò e propose la fondazione di un gruppo denominato ATTAC (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie per l'Aiuto dei Cittadini).
Finalmente, a più di quarant'anni di distanza, pare che qualcuno si sia deciso a proporla in maniera perentoria. Manco a dirlo, il sistema finanziario vede questa tassa come il fumo negli occhi, non sia mai che qualcuno si sogni di mettere delle regole e dei vincoli ai pirati dei mercati internazionali.
E mentre l'Europa si muove per cercare di risolvere la crisi (con il proprio tornaconto, evidentemente, perchè nè la Merkel nè Zarkozy pensano di lavorare gratis), il Governo da operetta italiano continua a barcamenarsi su varianti e possibilità alla manovra bis da 45,5 miliardi di euro. Continue modifiche e proposte dimostrano come ormai Berlusconi sia debole ed in balia degli umori dei suoi compari di brigata, primo fra tutti Bossi, che pare voglia ora "salvare" le amministrazioni locali, dopo aver passato anni a sparare a zero su Provincie e sperperi della Roma Ladrona. Come se questo suo "salvataggio" fosse la risposta più sensata e pragmatica ai problemi dell'Italia: peccato che si scordi ogni volta di indicare dove, in alternativa, si dovrebbero andare a prendere i soldi altrimenti "salvati" dalle grinfie del Governo (cui lo smemorato appartiene ormai da vent'anni e da cui ha avuto un più che discreto tornaconto).

Saluti

mercoledì 17 agosto 2011

Farmaci e Medicine servono davvero?

Io non sono un grande sostenitore della farmacia, forse perchè fortunatamente non ne ho avuto particolarmente bisogno fino a oggi, ed in ogni caso raramente ho trovato conforto con medicine, pillole, antidolorifici, ecc. Soprattutto in quest'ultimo caso, vista la mia passione per lo sport, talvolta mi sono trovato a scontrarmi con ortopedici e dottori, i quali pretendevano di risolvere i miei dolori e le mie infiammazioni con antidolorifici, che facevano più danni che altro. Sempre, e dico sempre, ho invece risolto i problemi con massaggi specifici.
Oggi vorrei riportare un passo di un articolo letto su Internazionale del 22 Luglio, a firma di David H. Freedman e comparso su "The Atlantic". L'articolo tratta di medicina alternativa e del suo rapporto con la medicina tradizionale, spesso e volentieri critica nei confronti della prima. Non voglio ovviamente portare alla vostra attenzione questo estratto per convincervi che prendere medicine fa male, ci mancherebbe, non sono dottore e lascio queste decisioni ad altri. Solamente cultura generale.
"Per essere approvato dalla Food and Drug Association (Agenzia statunitense per gli alimenti ed i medicinali), un farmaco deve dare risultati migliori di un pacebo in un test, ma la maggior parte delle medicine approvate è solo leggermente più efficace di un placebo, ed in alcuni casi le prove sono discutibili. Per esempio, diversi studi hanno dimostrato che la maggior parte di antidepressivi non fa meglio dei placebo, ma nel 2010 ne sono stati prescritte 250 milioni di confezioni. Secondo una stima dell'industria farmaceutica, la maggior parte dei farmaci non ha effetto sul 70% dei pazienti. E uno studio recente è giunto alla conclusione che l'85% delle medicine che arrivano sul mercato non è quasi di alcuna utilità ai pazienti".

Saluti

martedì 16 agosto 2011

Quando la Crisi morde: il PdL come il PD

Non voglio entrare nel merito delle varianti (proposte, inserite, supposte, ventilate, minacciate), alla Manovra bis, perchè ancora ne arriveranno prima dell'effettivo varo (ma ci sarà mai?!?), del Decreto. Invece vorrei soffermarmi su di un'evidenza: fino a qualche tempo fa, quel che diceva il Capo si eseguiva senza fiatare. Se il Cavaliere ordinava i raghi e dava le direttive, nessuno dei suoi colonnelli, luogotenenti o semplici soldati si azzardava a proferir verbo. Cosa esattamente opposta a quanto accadeva nell'Opposizione, tant'è che si commentava come al Centro Sinistra mancasse un vero leader, capace di raccogliere attorno a sè un consenso ed una capacità di zittire i dissidenti paragonabili a quelli di Berlusconi.
A quanto pare, però, i leader (ed il loro potere), non durano per sempre, e questo ultimo periodo di crisi, con il culo di molti che stringe, ne è la prova assoluta. Ormai anche il PdL è diventato terra di conquista, tutti parlano, le correnti interne nascono come funghi e con esse le alternative proposte di manovra, di leadeship, di prospettiva futura. Ora, proprio nel momento più sbagliato, vengono alla luce tutte le divisioni interne alla Maggioranza, tali e quali a quelle dell'Opposizione, ma celate per troppo tempo sotto l'ampio (e ricco) cappello del Cavaliere.
Come si salverà stavolta la nostra povera Italia?

Saluti

venerdì 12 agosto 2011

Cosa ci propongono per superare la Crisi?

Finisce il Consiglio dei Ministri, finisce la Conferenza Stampa Berlusconi-Tremonti, e la manovra bis è Decreto.
Ecco le proposte del Governo per superare la Crisi:
1) Nessun taglio alla politica, alle poltrone, agli stipendi ed ai benefit dei politici;
2) Numerosi tagli, invece, alle amministrazioni locali: -6 miliardi nel 2012 e -3,5 nel 2013;
3) Abolizione di 38 Provincie: questa forse l'unica nota positiva, visto che è anni che se ne parla, anche se non sarà certo questo ad evitare all'Italia la bancarotta; ricordo, comunque, che in Italia ci sono la bellezza di 110 Provincie... insomma, ne vengono tagliate il 35%;
4) Deroga ai contratti nazionali ed allo statuto dei lavoratori (ergo, più facilità di licenziare anche quei pochi poveri cristi con contratti a tempo indeterminato);
5) Tredicesima degli statali a rischio;
6) TFR degli statali ritardato di due anni (saranno contenti 'sti poveri statali);
7) Lotta all'evasione (era ora, ma come? chiudendo gli esercizi che non fanno lo scontrino?!?);
8) Taglio dell'incentivo del 30% sulle rinnovabili e maggior tassazione delle aziende che lavorano in questo settore, definita "Robin Hood Tax": cioè vogliamo tagliare sull'unico settore energetico che ha dimostrato di poter tirare e di essere il futuro dei nostri figli (siamo alla frutta);
9) Innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni per le donne nel settore privato;
10) Essenziale stop ai ponti ed alle festività non religiose (che non sia mai), che verranno spostate al lunedì (sono certamente quei quattro giorni che facciamo tutti gli anni ad aver mandato al collasso il sistema finanziario);
11) Contributo solidarietà (ma dove li tireranno fuori 'sti nomi?!?), al 5% per le eccedenze alle rendite che superano i 90.000 € e del 10% per le eccedenze alle rendite che superano i 150.000 €: attenzione perchè questa è sottile; innanzitutto dovete farmi capire quanti sono gli italiani che prendono (e dichiarano al fisco), più di 90.000 € all'anno (netti, s'intende), e poi volete dirmi che tassate solo la quota parte eccedente i 90.000€? Insomma se dichiaro 90.010€, la tassazione sarà al 5% solo sui 10 €?!? ma ci state prendendo per il culo o cosa?
12) Delle privatizzazioni ho già parlato? No perchè adesso sarà molto più facile per le amministrazioni cedere al ricatto delle privatizzazioni dei servizi pubblici; siccome questo sistema ha dimostrato di funzionare (la crisi non è forse colpa del neoliberismo sfrenato?!?), allora hanno ben pensato di sfruttarlo un altro po';

Insomma una Riforma Bis che colpisce i cittadini ed i servizi essenziali invece che toccare un po' anche la famosa casta. Non si parla di sviluppo, di incentivi alla produzione ed al rilancio dell'economia, ma si propone la solita ricetta della tassazione pura e semplice, ovviamente verso i soliti noti.
Quanto manca all'ora X della Rivoluzione? non vorrei perdermi l'appuntamento.

Saluti


Islanda: Una Rivoluzione Silenziosa

Vista la situazione di estrema indecisione (e paralisi, aggiungerei, visto che nessun politico pare voler davvero uscire dallo stallo), che regna in Italia, vorrei riportare un articolo che potete leggere a questo link: "Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale". E' un po' lungo, ma vale la pena arrivare fino in fondo, perchè vi si racconta come gli islandesi, caduti in disgrazia con le medesime modalità di greci, spagnoli, irlandesi, portoghesi e, adesso, italiani (cioè con grazie all'economia del debito), siano stati capaci di riprendersi la loro dignità ed il loro Paese, nonostante FMI e BCE avessero provato a convincerli, che l'unica soluzione per uscire dalla crisi fosse spalmare il debito accumulato dalla finanza sulla popolazione.
Vi sembra una storia già sentita? forse perchè è quella che la politica ci sta raccontando da qualche giorno? Beh, leggete l'articolo e chiedetevi se anche in Italia non si potrebbe fare una cosa simile o, per lo meno, trarne spunto ed insegnamento.

Saluti

"Oggi vogliamo raccontarvi una storia, il perché lo si capirà dopo. Di quelle storie che nessuno racconta a gran voce, che vengono piuttosto sussurrate di bocca in orecchio, al massimo narrate davanti ad una tavola imbandita o inviate per e-mail ai propri amici. È la storia di una delle nazioni più ricche al mondo, che ha affrontato la crisi peggiore mai piombata addosso ad un paese industrializzato e ne è uscita nel migliore dei modi.

L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.

Ma procediamo con ordine. L'Islanda è un'isola di sole di 320mila anime – il paese europeo meno popolato se si escludono i micro-stati – privo di esercito. Una città come Bari spalmata su un territorio vasto 100mila chilometri quadrati, un terzo dell'intera Italia, situato un poco a sud dell'immensa Groenlandia.

15 anni di crescita economica avevano fatto dell'Islanda uno dei paesi più ricchi del mondo. Ma su quali basi poggiava questa ricchezza? Il modello di 'neoliberismo puro' applicato nel paese che ne aveva consentito il rapido sviluppo avrebbe ben presto presentato il conto. Nel 2003 tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Da allora esse avevano fatto di tutto per attirare gli investimenti stranieri, adottando la tecnica dei conti online, che riducevano al minimo i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interesse piuttosto alti. IceSave, si chiamava il conto, una sorta del nostrano Conto Arancio. Moltissimi stranieri, soprattutto inglesi e olandesi vi avevano depositato i propri risparmi.

La Landsbanki fu la prima banca a crollare e ad essere nazionalizzata in seguito al tracollo del conto IceSave

Così, se da un lato crescevano gli investimenti, dall'altro aumentava il debito estero delle stesse banche. Nel 2003 era pari al 200 per cento del prodotto interno lordo islandese, quattro anni dopo, nel 2007, era arrivato al 900 per cento. A dare il colpo definitivo ci pensò la crisi dei mercati finanziari del 2008. Le tre principali banche del paese, la Landsbanki, la Kaupthing e la Glitnir, caddero in fallimento e vennero nazionalizzate; il crollo della corona sull'euro – che perse in breve l'85 per cento – non fece altro che decuplicare l'entità del loro debito insoluto. Alla fine dell'anno il paese venne dichiarato in bancarotta.

Il Primo Ministro conservatore Geir Haarde, alla guida della coalizione Social-Democratica che governava il paese, chiese l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, che accordò all'Islanda un prestito di 2 miliardi e 100 milioni di dollari, cui si aggiunsero altri 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni Paesi nordici. Intanto, le proteste ed il malcontento della popolazione aumentavano.

A gennaio, un presidio prolungato davanti al parlamento portò alle dimissioni del governo. Nel frattempo i potentati finanziari internazionali spingevano perché fossero adottate misure drastiche. Il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Vale a dire spalmandolo sulla popolazione. Era l'unico modo, a detta loro, per riuscire a rimborsare il debito ai creditori, in particolar modo a Olanda ed Inghilterra, che già si erano fatti carico di rimborsare i propri cittadini.

Il nuovo governo, eletto con elezioni anticipate ad aprile 2009, era una coalizione di sinistra che, pur condannando il modello neoliberista fin lì prevalente, cedette da subito alle richieste della comunità economica internazionale: con una apposita manovra di salvataggio venne proposta la restituzione dei debiti attraverso il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro complessivi, suddivisi fra tutte le famiglie islandesi lungo un periodo di 15 anni e con un interesse del 5,5 per cento.

I cittadini islandesi non erano disposti ad accettare le misure imposte per il pagamento del debito.

Si trattava di circa 100 euro al mese a persona, che ogni cittadino della nazione avrebbe dovuto pagare per 15 anni; un totale di 18mila euro a testa per risarcire un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati. Einars Már Gudmundsson, un romanziere islandese, ha recentemente affermato che quando avvenne il crack, “gli utili [delle banche, ndr] sono stati privatizzati ma le perdite sono state nazionalizzate”. Per i cittadini d'Islanda era decisamente troppo.

Fu qui che qualcosa si ruppe. E qualcos'altro invece si riaggiustò. Si ruppe l'idea che il debito fosse un'entità sovrana, in nome della quale era sacrificabile un'intera nazione. Che i cittadini dovessero pagare per gli errori commessi da un manipoli di banchieri e finanzieri. Si riaggiustò d'un tratto il rapporto con le istituzioni, che di fronte alla protesta generalizzata decisero finalmente di stare dalla parte di coloro che erano tenuti a rappresentare.

Accadde che il capo dello Stato, Ólafur Ragnar Grímsson, si rifiutò di ratificare la legge che faceva ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei cittadini e indisse, su richiesta di questi ultimi, un referendum, di modo che questi si potessero esprimere.

La comunità internazionale aumentò allora la propria pressione sullo stato islandese. Olanda ed Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando a paventare l'isolamento dell'Islanda. I grandi banchieri di queste due nazioni usarono il loro potere ricattare il popolo che si apprestava a votare. Nel caso in cui il referendum fosse passato, si diceva, verrà impedito ogni aiuto da parte del Fmi, bloccato il prestito precedentemente concesso. Il governo inglese arrivò a dichiarare che avrebbe adottato contro l'Islanda le classiche misure antiterrorismo: il congelamento dei risparmi e dei conti in banca degli islandesi. “Ci è stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord – ha continuato Grímsson nell'intervista - ma se accettiamo, saremo l’Haiti del nord”.

I Cittadini islandesi hanno votato per eleggere i membri del Consiglio costituente

A marzo 2010, il referendum venne stravinto, con il 93 per cento delle preferenze, da chi sosteneva che il debito non dovesse essere pagato dai cittadini. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congelò immediatamente il prestito concesso. Ma la rivoluzione non si fermò. Nel frattempo, infatti, il governo – incalzato dalla folla inferocita – si era mosso per indagare le responsabilità civili e penali del crollo finanziario. L'Interpool emise un ordine internazionale di arresto contro l’ex-Presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson. Gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonarono in fretta l'Islanda.

In questo clima concitato si decise di creare ex novo una costituzione islandese, che sottraesse il paese allo strapotere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale. Quella vecchia risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era praticamente identica a quella danese eccezion fatta per degli aggiustamenti marginali (come inserire la parola 'presidente' al posto di 're').

Per la nuova carta si scelse un metodo innovativo. Venne eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini. Questi furono scelti, tramite regolari elezioni, da una base di 522 che avevano presentato la candidatura. Per candidarsi era necessario essere maggiorenni, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito.

Ma la vera novità è stato il modo in cui è stata redatta la magna charta. "Io credo - ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del Consiglio costituente - che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet".

L'Islanda ha riaffermato il principio per cui la volontà del popolo sovrano deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale

Chiunque poteva seguire i progressi della costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte. Veniva così ribaltato il concetto per cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano di pochi saggi. La costituzione scaturita da questo processo partecipato di democrazia diretta verrà sottoposta al vaglio del parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni.

Ed eccoci così arrivati ad oggi. Con l'Islanda che si sta riprendendo dalla terribile crisi economica e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce o Fmi, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione.

Lo sappiano i cittadini greci, cui è stato detto che la svendita del settore pubblico era l'unica soluzione. E lo tengano a mente anche quelli portoghesi, spagnoli ed italiani. In Islanda è stato riaffermato un principio fondamentale: è la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Per questo nessuno racconta a gran voce la storia islandese. Cosa accadrebbe se lo scoprissero tutti?"


giovedì 11 agosto 2011

Ecologia: Abitudini Quotidiane che mi frustrano

Leggo su Repubblica, che una ricercatrice di Stanford, assieme all'Università del Minnesota, al Wwf e a Nature Conservancy, sta cercando di dare un valore economico agli ecosistemi, di modo da dimostrare quali e perchè sia meglio preservare invece che radere al suolo. Leggo poi, sempre su Repubblica, della dieta ad impatto zero che ci illustra quanto inquiniamo mangiando e quanto potremmo risparmiare in termini di CO2 emessa facendo scelte diverse.
Il primo articolo mi sembra interessante, perchè se riuscissimo a dare un valore economico all'ambiente e a convincere la finanza, che è più vantaggioso investire in boschi piuttosto che abbatterli, forse avremmo trovato la ricetta per salvare il Mondo. Il secondo articolo, francamente, lo trovo più inutile. Che senso ha fare i conti anche nel nostro piatto in termini di CO2? il problema dell'inquinamento non sono le bistecche che mangiamo, ma le nostre abitudini quotidiane. Ed anche senza modificare queste ultime, se ci confrontiamo con gli Americani (per citare un popolo a caso) ne usciamo comunque come degli ecologisti.
Con questo voglio dire che non serve parlare dei problemi dell'ambiente? certo che no, evidentemente, è solo che mi sento un po' frustrato perchè mi pare che ci si concentri su questioni marginali.
Vado in giro in moto tutti l'anno, senza quasi mai prendere la macchina (ne abbiamo solo una in famiglia e la usa mia moglie), quando posso uso la bicicletta (percorrendo circa 30-50km a settimana); quando mi insapono sotto la doccia o mi lavo i denti o lavo i piatti chiudo sempre l'acqua, e le luci accese nelle camere vuote mi innervosiscono oltre misura. Odio i led dei monitor ed in famiglia teniamo sempre 18-19 °C in casa durante l'inverno. Asciughiamo sempre al Sole la biancheria (non possediamo l'asciugatrice) e non abbiamo il condizionatore.
Ma tutto questo a che pro, se ogni giorno, quando vado al lavoro, vedo i genitori con i macchinoni che accompagnano i figli a scuola a cento metri da casa? se la gente non rinuncia alla macchina nemmeno se la benzina costa 1,60 € al litro? a che pro se moltissime persone che conosco sembra non riescano a sopravvivere senza i condizionatori ? a che pro se il consumismo impera e regna sovrano? a che pro se invece che spiegarmi perchè dovrei lasciare la macchina in garage mi sento dire che mangiare meno bistecche mi permetterebbe di salvare l'ambiente?
Il problema sono le abitudini che nessuno di noi è disposto a cambiare per pigrizia. Eppure sono convinto che se più persone fossero informate, per esempio, che il 60%-65% del carburante che mettiamo nel serbatoio dell'automobile serve solo a scaldare l'ambiente, forse qualcuno in più lascerebbe il mezzo a casa. Lo sapevate? ebbene sì, il rendimento dei motori a combustione interna è dell'ordine del 35%.
Sono frustrato.

Saluti

sabato 6 agosto 2011

Il Patto Sociale nei Comuni Italiani

Ammetto la mia ignoranza, e vorrei quindi condividere con voi come una coppia di amici, lei commercialista e lui libero professionista e consigliere comunale, mi hanno spiegato tutta la faccenda del Patto Sociale varato dal Governo qualche anno fa.
Fino a pochi anni fa i Comuni italiani potevano, per legge, indebitarsi e chiedere prestiti per determinate opere di sviluppo, a fronte della presentazione di un piano di rientro del capitale. Quindi, in sostanza, i Comuni potevano spendere più di quanto guadagnavano, portando avanti piani di indebitamento, che dovevano però essere giustificati e, comunque, risanati il prima possibile.
Manco a dirlo, in Italia tantissimi comuni si sono indebitati oltre le loro possibilità.
Tutto questo è andato avanti per anni, finché il Governo Berlusconi non ha deciso di imporre un paio di anni "materasso", durante i quali i Comuni dovevano andare in pari fra spese ed entrate, per poi far partire il cosiddetto Patto di Stabilità. Questo stabilisce che i Comuni debbano spendere meno di quanto guadagnano.
In linea di principio il ragionamento potrebbe andare bene, anche se per mia deformazione culturale sono convinto che le Istituzioni non siano delle banche e quindi non debbano fare profitto. Se però il surplus di guadagno viene reinvestito per creare benessere e sviluppo sul territorio, allora posso essere d´accordo. Tuttavia le regole imposte dal Patto di Stabilità sono tali per cui ora i Comuni non possono spendere i soldi in cassa, e quindi abbiamo in Italia un enorme potenziale di cassa sostanzialmente bloccato.
Ora, scusate se insisto, ma mi pare che nella condizione economico/finanziaria nella quale versiamo (leggo oggi che gli USA sono stati declassati e l´Unione Europea assieme agli Stati Uniti ha chiesto il commissariamento dell´Italia), un po´di liquidità farebbe bene e consentirebbe di rimettere in parte in moto le attività produttive. Certo, ben inteso, con precise regole, di modo che i soldi non finiscano nelle tasche dei soliti palazzinari o in qualche strampalato progetto di cementificazione stradale.
Che ne pensate? e perchè nessuno cita queste cose?

Saluti

giovedì 4 agosto 2011

Vogliamo parlare di...

Vogliamo parlare di ferie? Di quelle che volevano fare i parlamentari e che sarebbero dovute durare più di quattro settimane? Mica per altro, poveretti loro, ma una settimanella in più si rendeva necessaria per l' "abituale" (ma come, in uno Stato laico?!?), pellegrinaggio in Terrasanta. "Voglia di bestemmiare" (per parafrasare l'Avvelenata di Guccini), in questa fase economica e sociale in cui non si capisce nulla, in cui si arranca fino a fine mese, in cui si pensa di risolvere i problemi dell'Italia con la propaganda, in cui la politica latita. Eppure fino ad una settimana fa si parlava, per esempio, di tagli ai costi della politica, tutti si riempivano le fauci con la moda del momento. Ma alle parole sono seguiti fatti ed azioni concrete? ovviamente no. E la distanza sentita dalla gente comune con la classe politica aumenta sempre più.
Vogliamo allora parlare dell'intervento di ieri del Presidente del Consiglio e le risposte delle Opposizioni? Meglio soprassedere anche su questo tema, visto che Berlusconi ha chiacchierato molto dicendo nulla (mosse concrete? tempi e modi?!?), e Bersani-Casini-Di Pietro non sono stati da meno. Come si può chiedere, oggi, la dimissione del Presidente del Consiglio senza avere prima definito un'alternativa? Che ca..o vuol dire "Fate un indietro e noi faremo un passo avanti"? Perchè noi italiani dobbiamo sempre ragionare su "intanto lo facciamo e poi pensermo alle conseguenze" senza un minimo di programmazione?
Non restano allora molti temi di cui discutere, se non tornare a parlare di ferie.
Ma io quelle le ho già fatte.

Saluti

lunedì 1 agosto 2011

Nell'Era Digitale una Cabina Telefonica mi apparve in Sogno

Nell'Era Digitale, dei telefoni cellulari e degli Smartphone, dei palmari e di SkyPe, di Twitter e FaceBook, oggi rientrando dalla pausa pranzo ho visto una persona dentro una delle poche cabine telefoniche rimaste a Padova.
Inizialmente pensavo fosse qualcuno entrato lì dentro solamente per trovare conforto dal Sole, ma poi, avvicinandomi, ho visto quel tizio estrarre il portamonete, svuotare sul palmo i cent e gli euro, cercare con l'indice la moneta più adatta, inserirla nell'apparecchio, sollevare la cornetta e comporre il numero.
Mi ha fatto un certo che, dico sul serio, e mi ha preso un piccolo e forse remoto senso di nostalgia per le nostre care vecchie cabine telefoniche, così indispensabili quando si doveva avvisare a casa per un ritardo o un contrattempo, altrimenti la mamma si preoccupava, ed il cellulare non sapevamo nemmeno cosa fosse.
Eppure il Mondo andava avanti lo stesso.

Saluti

sabato 30 luglio 2011

Non lasciate i Mozziconi spenti in Spiaggia

Visto che è tempo di vacanze e di esodi estivi, vorrei lanciare un appello e chiedere, a chi dovesse intercettarlo e leggerlo, di diffonderlo inserendolo sul proprio blog o profilo FaceBook, MySpace, Twitter o altro.
Chi di voi è fumatore potrebbe cercare di ricordarsi, che le spiagge non sono enormi posaceneri? Insomma, capisco che possa essere bello e rilassante fumarsi una sigaretta in spiaggia, magari sotto l'ombrellone, ma una volta terminato lo stato di grazia donato dalla bionda, potete ricordarvi che attorno a voi ci sono altre migliaia di persone, che hanno il diritto di trovare la spiaggia com'era prima del vostro passaggio? Chiedo soprattutto alle persone di buon senso (anche se in questi casi si tratta di buona educazione e poco altro), di cercare di diffondere questa idea di civiltà, partendo dagli amici più prossimi e cari (tutti abbiamo un caro amico che getta il fazzoletto sporco dal finestrino dell'auto o lascia i resti del pranzo in un sacchetto in spiaggia). E' dura, lo so, e si fa sempre la parte del guastafeste, ma penso che un certo senso di civiltà parta soprattutto da questi piccoli gesti.
Vi segnalo infine un gruppo su FaceBook "Quelli che non vorrebbero vedere le sigarette spente nella sabbia al mare".
Buone ferie a tutti quelli che non le hanno ancora fatte.

Saluti

martedì 26 luglio 2011

Follia Collettiva Atto II: Borghezio

L'altro giorno mi chiedevo come fosse possibile, che un uomo possa pianificare quello che è accaduto in Norvegia. Ora mi chiedo come sia possibile che gente come Borghezio, eurodeputato al Parlamento Europeo, un uomo che ci rappresenta agli occhi del Mondo, una persona che dovrebbe farsi carico dei problemi del nostro Paese e conoscere e capire i problemi degli altri Paesi, ebbene mi chiedo come sia possibile che un uomo così sia ancora a piede libero, come sia possibile che gli venga ancora concessa la parola, che gli venga ancora prestata attenzione, che gli venga ancora pagato un profumato stipendio.
Borghezio sostiene che le idee di Breivik sono condivisibili. Certo forse non i modi (cara grazia), ma le idee di base sì. Ma come fa un cialtrone così a permettersi anche solo il lusso di pensare quando ci si trova davanti alla strage di novantatre persone, quasi tutti ragazzi? Certo, la Lega lo scarica e chide scusa, ma saranno davvero diverse da quelle di Borghezio le radici del partito che siede in Parlamento e che si è dato, negli ultimi anni, una bella spolverata da miti celtici e xenofobia? Ad ogni modo qualcuno dovrebbe spiegare a Borghezio, che non ci troviamo ad una rivisitazione in salsa moderna del mito di Pontida o ad una calata di bergamaschi mascherati da celti, che scimiottano l'indipendenza della Padania.
Mi spiace, ma per persone così non ci potrà mai essere indipendenza ma solo la schiavitù nata dalla loro stupidità senza limiti.

Saluti

lunedì 25 luglio 2011

Follia Collettiva

Qualche settimana fa, ragionavo con amici sulla presenza, o meglio sull'assenza, nella nostra società moderna di folli omicidi. Il commento non era rivolto tanto ai terroristi ed ai kamikaze, quanto ad una considerazione: se qualcuno si svegliasse una mattina con le scatole girate e si procurasse un'arma, al calar del Sole sarebbe facilissimo per costui far fuori un centinaio di persone prima di essere trovato, fermato, arrestato.
Il fatto che, a oggi, non si avessero notizie su eventi di questo tipo, confermava (almeno fino all'altro giorno), che tutto sommato al mondo di matti veri non ce n'erano sono poi tanti.
Gli eventi della Norvegia mi hanno fatto cambiare idea.
Pensare che, a mente lucida, ci sia stata una persona che ha premeditato e pianificato la strage di Oslo, con la sola giustificazione di essere una sorta di cavaliere templare, che combatte per la salvaguardia della cristianità mi sembra sconvolgente. Quello che auspico è che la sociegtà civile, come per fortuna spesso accade in questi casi, si raccolga unita e solidale per scacciare questi virus ideologici, senza strumentalizzare la cosa o renderla troppo scandalistica (al telegiornale a Breivik è già stato attribuito lo status pubblicitario di "Mostro di Oslo").

Saluti