Dopo il Pacific Trash Vortex, ecco un'altro piccolo effetto collaterale della nostra società energivora e consumista. Una di quelle cose che dell'energia nucleare non si pubblicizza e che dovrebbe invece essere annoverata nell'elenco delle 10 cose più interessanti (formative) da visitare sulla faccia della Terra, assieme al Pacific Trash Vortex ed ai Campi di Concentramento.
Premessa
Come (quasi) tutti sanno nei reattori nucleari attualmente in uso (per lo meno la maggior parte di essi), si impone agli atomi pesanti e radioattivi di uranio arricchito (Uranio-235) un processo di fissione. In parole molto semplici, si bombardano le barre di Uranio-235 con neutroni (particelle elementari di carica neutra), ad alta velocità che collidendo con gli atomi di Uranio-235 li separano in sottoprodotti più "leggeri" rilasciando, nel processo (di fissione, appunto), grandi quantità di energia. Quali moderatori della reazione, per evitare che, una volta innescato, il processo possa progredire con sviluppo esponenziale come natura vorrebbe, vengono utilizzate barre di tungsteno, che tendono ad assorbire e/o rallentare molte delle particelle eccitate, consentendo così di controllare il livello di energia sviluppato nei reattori nucleari.
L'Uranio-235, in sè e per sè, rappresenta una frazione modesta dell'uranio presente in natura (lo 0,7% circa), quindi gli esseri umani hanno imparato ad estrarre il minerale grezzo, a gassificarlo e centrifugarlo per ottenere un prodotto concentrato da poter usare nelle centrali nucleari.
Il W.I.P.P.
Uno dei prodotti di scarto di queste attività di raffinazione è l'uranio cosiddetto impoverito (tristemente noto perchè usato in alcune tipologie di proiettili).
Altri prodotti di scarto, molto meno famosi ma altrettanto pericolosi, sono sostanzialmente tutti i materiale di consumo usati nei processi di raffinazione dell'Uranio (e degli altri metalli radioattivi come il Plutonio), come guanti da lavoro, i blocchi di cemento delle sale di contenimento, i macchinari utilizzati per trattare e movimentare i metalli radioattivi, ecc.
Parlando dell'energia nucleare, nessuno parla anche dell' "immondizia" che esse producono, prima e dopo la pura e semplice fase di utilizzo e di produzione di energia.
Ci dicono che le emissioni sono pari a zero e che la corrente è a bassissimo costo.
Ma che cosa succede prima che il reattore venga acceso e quando il materiale nucleare ha perso le sue proprietà? (ne ho scritto anche qui, su un mio vecchio intervento).
Ecco, negli Stati Uniti (come in Europa) si sono posti il problema fin dagli anni '50 fino al 1999 quando, stanchi di accumulare scorie radioattive a cielo aperto, gli americani hanno deciso di aprire il W.I.P.P. (Waste Isolation Pilot Plant). Il W.I.P.P. è un sito pilota per lo stoccaggio di scorie a bassa e media intensità, di origine militare e civile, e non è stato pensato e progettato per raccogliere il materiale esausto dei reattori nucleari che aumenta di circa 3.000 tonnellate ogni anno. La sua funzione primaria è contenere tutta quell'immondizia collaterale di cui si diceva prima (guanti, vestiti, detriti, macchinari, ecc).
Il W.I.P.P. ha una volumetria tale da poter raccogliere 180.000 mc (1 mc sono 1.000 litri di acqua) di scorie ad una profondità di circa 2.150 piedi e dopo i primi 5 anni di vita era già pieno per il 20%.
Sul sito internet c'è un interessante video che descrive modi e scopi di un luogo così, e che presenta splendenti e lucidi fusti metallici a perfetta tenuta. Si dichiara che il 96% dei prodotti che arrivano su camion (attraversando quindi l'America in lungo e in largo), sono perfettamente maneggiabili dagli addetti ai lavori. Solo il 4% dei prodotti viene movimentato da remoto, cioè con macchine automatiche, perchè pericoloso.
Il sito è sicuro, si dice, in pieno deserto e lontano da centri cittadini, ma ovviamente nessuno sa cosa potrebbe accadere fra trenta o quarant'anni; non abbiamo uno storico di dati ed un'esperienza tale da escludere con ragionevole margine di dubbio che qualche cosa possa andare storto.
Si pensi solo al sistema di ventilazione dei locali sotterranei.
Epilogo
Tutto questo per dare un altro piccolo contributo alla discussione sull'Energia Nucleare, e per fornire altri elementi con cui si potrebbe rispondere a coloro che ci vendono questa come la soluzione ai nostri problemi presenti e futuri in fatto di energia.
Come stoccare e smaltire le scorie? ma non solo le barre di uranio dei reattori, ma anche tutti i materiale e prodotti con cui l'uranio viene a contatto prima di essere posato nella vasca piena di acqua pesante del reattore e di cui nessuno parla.
Un'ultima nota più per gli archeologi del futuro che per noi.
L'Uranio-235 ha un tempo di dimezzamento di 704 milioni di anni. Questo è l'intervallo di tempo necessario perchè la metà degli atomi di Uranio-235 contenuti in una data quantità si trasformino spontaneamente nell'isotopo finale stabile (in questo caso Piombo-207).
Cosa significa? significa che le barre di Uranio-235 usate nei reattori nucleari vengono sostituite e scartate come scorie perchè non posseggono più una densità energetica accettabile per l'uso che ne facciamo noi, ma di fatto continuano ad emettere radiazioni ancora per poco meno di 704 milioni di anni.
Giusto per cultura generale.
Saluti
3 commenti:
Già sapevo del problema delle scorie ma in modo molto superficiale.
Nonostante ciò ho da subito pensato che la proposta dell'attuale governo fosse una follia, al pari della follia collettiva che porta paesi e governi a muoversi su una logica dell'oggi - esattamente come i primitivi -
Grazie, un articolo davvero molto interessante.
Ottimo post...ne avevo sentito parlare...magari i nostri politici che si sporcano la bocca di nucleare pensassero a queste cose.
http://cristianbelcastro.blogspot.com
Quoting: "dovrebbe invece essere annoverata nell'elenco delle 10 cose più interessanti (formative) da visitare sulla faccia della Terra"
Dovrebbero dirle a scuola, queste cose. Una bella riforma che introduce concetti come: decrescita, educazione all'ambiente, informazione e attualità, geografia politica.
Bon, scusa l'O.T.
Speriamo di riuscire a fermare la costruzione sul suolo italiano delle centrali.
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