Sito denuclearizzato

lunedì 12 gennaio 2009

Brunetta ed il Piano Energetico Nazionale

Dopo la breve pausa domenicale, mi dilungo un attimo su un paio di argomenti: uno di stretta attualità, come le ultime sparate del Ministro Brunetta, l'altro di più ampio respiro che si riallaccia al mio intervento sul nucleare ed ai numerosi commenti che ne sono scaturiti (un grazie speciale all'amico Alvise).

On. Brunetta, Lei afferma che gli statali si vergognano del loro lavoro di fronte ai figli? ebbene, mia mamma lavora all'INPS, mia zia pure, mio nonno ne era dipendente. Dire che qualcuno di loro si sia mai vergognato di raccontare il proprio lavoro ai figli o ai nipoti, sarebbe fare un torto grandissimo a persone, che per ovvi motivi, amo infinitamente. Come loro, penso che l'Italia sia piena di rispettabilissime persone, dipendenti statali, che onorano il loro impiego con impegno e convinzione.
Le sue sparate, Ministro, che troppo spesso toccano l'offensivo senza che nessuno La faccia tacere, dimostrano solamente la Sua disaffezione per la Res Publica, la "cosa pubblica", che appartiene a tutti e di cui l'impiego statale è una delle numerose manifestazione.
Vorrei chiederLe, On. Brunetta, di controllarsi nel parlare, poichè Lei per primo è servitore dello Stato e del Popolo, e non si sa mai che, proprio il Popolo, magari un giorno ne abbia le tasche piene dei Suoi discorsi, e non decida di farLa abdicare a forza.

Detto questo, passo a dire due cose in riferimento al Piano Energetico Nazionale (PEN).
Dopo le sparate di Scajola sul nucleare, Berlusconi ha dichiarato proprio oggi (qui) che entro Primavera sarà pronto un PEN nuovo nuovo, che porterà sulle tavole degli italiani nientemeno che il nucleare. Sono già in corso contatti con Gordon Brown e Sarkozy per sfruttare le conoscenze inglesi e francesi in materia.
Ovviamente si tratta dell'ennesima sparata propagandistica, e non solo perchè, stimo entro un paio di giorni, immancabilmente, sia Brown che Sarkozy si affretteranno a smentire qualsiasi contatto con il nostro Premier, quanto per il fatto che l'ultimo PEN fu varato nel 1988.
Dico, 1988.
In quegli anni, ovviamente, efficienza energetica e rinnovabili non si sapeva nemmeno dove stessero di casa. A oggi, nessun Governo (di Sinistra o di Destra), degli ultimi vent'anni ha ben pensato di sanare questa scandalosa carenza del nostro Paese.
Pensate infatti che Germania o Spagna navighino a vista per quanto riguarda l'energia?

Per curiosità, ho fatto un salto sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e condotto una ricerca su combinazioni come "piano energia", "pianificazione energetica", "prospettive energetiche", o ancora "scenari energetici", e mi sono trovato davanti a tre tipologie di documenti:
1) Interventi di Pecoraro Scanio risalenti, nella migliore delle ipotesi, al 2006;
2) Documenti che rimandano al glossario del Ministero, dove si spiega, in maniera didattica, cosa sia per esempio l'energia;
3) Documenti di sintesi che fanno spesso riferimento a comitati interministeriali di pianificazione economica o ad incontri internazionli avvenuti per lo meno sei o sette anni fa;

Ebbene, se invece si accede al portale del Ministero per l'Ambiente, tutela della Natura e Sicurezza dei Reattori tedesco (Bundesministerium fuer Umwelt, Naturschutz und Reaktorsicherheit) o a quello svizzero (Dipartimento dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni), si scopre un mondo vivo, dinamico, dove ogni giorno e più volte al giorno vengono segnalate azioni e proposte approvate dal Ministero di turno, in favore, fra le altre cose, dell'ambiente e dell'efficienza energetica.
Addirittura il Ministero per l'Ambiente tedesco ha un organo, il BAFA (Bundesamt fuer Wirtschaft und Ausfuhrkontrolle - Ufficio Federale per l'Economia ed il controllo delle Esportazioni), che fra le altre cose ha il compito specifico di attuare una parte dei programmi approvati dal Ministero e di implementarli e completarli con soluzioni di risparmio energetico, di incentivazione all'uso delle rinnovabili, di efficienza.

Questi sono solo alcuni esempi, ma non li porto per demolire la situazione italiana, ma per pormi un quesito.
Poverina, la Prestigiacomo di impegna anche (se fate un salto sul sito del Ministero, vedrete alcune iniziative), ma purtroppo è sovrastata da figure come quella di Berlusconi e di Scajola che non le danno respiro. E questa credo sia proprio l'anomali italiana: un Premier che parla di tutto quanto NON dovrebbe essere di sua competenza, ed un Ministro per lo Sviluppo Economico che, invece di risolvere la crisi, si mette a parlare di energia precedendo e, troppo spesso, sostituendosi al Ministro per l'Ambiente.
Ed ecco, penso, il nodo cruciale: qual'è in Italia la figura governativa che dovrebbe parlare di questioni energetiche? perchè all'estero (ho portato gli esempi di Germania e Svizzera), il Ministero per l'ambiente forma un organo unico con quello per l'energia e, spesso, per l'economia?
Questo penso sia il quesito che ci dovremmo porre ed il tema su cui dovremmo sensibilizzarci: il legame quasi inesistente fra le funzioni governaitve legate all'economia (da un lato) e dell'ambiente (dall'altro). Una prova? quanti interventi ha fatto in questi giorni la Prestigiacomo sul tema, tanto sbandierato, del nucleare?!? un'altra prova? Scajola ha partecipato oggi al consiglio straordinario dei Ministri europei per l'energa.
Come detto: completamente slegati: l'energia e l'ambiente sono solamente questioni economiche.
Saluti


5 commenti:

loris ha detto...

...Non ho il carattere facile e su alcuni argomenti mi riesco ancora ad incazzare selvaggiamente. L'argomento non è Brunetta, preferisco ascoltare "Il Giudice" di De Andrè e mi diverto molto di più.
L'argomento da mal di pancia è quello energetico. Premesso che concordo su quello che scrivevi in un post precedente sulla sicurezza degli impianti nucleari concordo pure sul fatto che il problema serio rimane lo smaltimento scorie (forse in qualche impianto le barre sono ancora nelle piscine risultando quindi delle autentiche bombe ecologiche) non riuscendo per le cause più diverse ad individuare i siti di smaltimento.
Sulle rinnovabili sto ancora domandandomi perchè aziende che progettano , installano e avviano in tutto il mondo centrali per la produzione di energia abbiano rinunciato a quel settore chiamato delle "mini idrauliche" dichiarandolo non strategico.
Ricordo per chi non lo sapesse che è sufficente un piccolo salto d'acqua per poter impiantare una centrale di produzione di energia.
I costi sono costi d'impianto ma soprattutto l'impatto ambientale è contenuto.
Molte delle centrali che sono alle pendici delle alpi sono assai datate e forse con una efficenza limitata. Con tutta l'acqua che abbiamo perchè non rilanciamo questo tipo di tecnologia?

andreacamporese ha detto...

Dico la verità, Ioris, in quanto ad idroelettrico non sono aggiornatissimo, ma all'Università (sia in Italia che in Germania) mi avevano insegnato che l'Italia ha ormai saturato il patrimonio idroelettrico da un po' di tempo. Non penso che ci sia un tale innovamento tecnologico, in fatto di centrali idroelettriche, da giustificare interventi sulle centrali esistenti.
Per quanto riguarda la micro generazione, ne ho sentito parlare, ma non vorrei dire cavolate, quindi prometto di informarmi e, magari, di inserire un intervento sul tema.
Saluti

Anonimo ha detto...

Un maggiore sfruttamento dell'idroelettrico di piccola scala è di sicuro una frontiera interessante nella strada verso un più accurato sfruttamento delle risorse rinnovabili del territorio. C'è un potenziale di interventi molto interessante nel campo del micro idroelettrico (ad esempio associato allo sfruttamento dei salti di pressione delle reti di acquedotti comunali) come in quello del mini idroelettrico (ad esempio con la conversione dei vecchi mulini in piccole centrali idroelettriche). Tuttavia, secondo me si deve essere altrettanto chiari nel riconoscere che questi interventi possono rappresentare un semplice e parziale "contributo" all'approvigionamento energetico, e non già una soluzione in grado di svolgere un ruolo realmente importante nel futuro assetto energetico dell'Italia del futuro. Il motivo risiede essenzialmente nelle potenze in gioco che, per interventi di questo tipo, sono evidentemente esigue, come suggerisce il nome.
Facciamo dei numeri: installare una coclea ad acqua corrente o una classica turbina francis su di un mulino alimentato da 1 m³/s costante, e con un salto idrico a disposizione di circa 2 metri, consente di produrre non più di 20 kW di potenza e circa 140.000 kWh di energia elettrica all'anno. Ovvero quanto consumato in media in un anno da 35 famiglie italiane. A questo si aggiunga il fatto che, laddove non siano già disponibili le necessarie opere di canalizzazione (come il caso appunto dei vecchi mulini e delle reti idriche realizzate dai consorzi di bonifica), il progetto di realizzare nuove infrastrutture sul territorio per lo sfruttamento a fini energetici delle risorse idriche locali dà luogo nella maggior parte dei casi all'insorgere di forti proteste da parte delle popolazioni ed alla formazione di effimeri "comitati di salvaguardia dell'ambiente", che, invocando lo spettro del Vajont, si oppongono ad ulteriori scempi del prorpio territorio...
Per quanto riguarda invece l'idroelettrico di grande scala, quello che già copre il 15% del nostro fabbisogno energetico, concordo con Andrea nel constatare che dal punto di vista del potenziale tecnico è stato oramai da tempo raggiunto (e forse, in certe valli piemontesi, superato) il livello di sfruttamento massimo, oltre il quale è a rischio l'equilibrio ambientale del territorio.
Da ultimo vorrei comunque far notare che, anche se non abbiamo qui affrontato l'aspetto economico (ovvero come si possa convincere un privato, proprietario di un vecchio mulino, a sfruttare la propria risorsa rinnovabile, indebitarsi di oltre centomila euro per installare una turbina e immergersi nel mare magnum della burocrazia degli incentivi...), l'attuale normativa è piuttosto interessante per chi voglia sfuttare la risorsa idroelettrica, con una particolare incentivazione proprio del mini-idro (prezzi minimi garantiti vanatggiosi, tariffa fissa onnicomprensiva a 0,22 €/kWh).
Come dire: le possibilità ci sono e il governo in questo caso c'entra poco... Forse allora c'è ancora da affrontare un problema alla base: la radicale mancanza di Cultura ambientale (e non intendo la sub-cultura ambientale propinata da certo ambientalismo demagogico del NO) che contraddistingue la maggior parte di noi italiani.

andreacamporese ha detto...

Mi trovo in accordo con quanto esposto da Alvise. In effetti ritengo che in Italia troppo spesso ci si faccia attrarre dalle chimere del Nucleare o del "petrolio di casa nostra", ma quando ci si deve confrontare con realtà come i termovalorizzatori o l'eolico partono subito sedicenti comitati di protesta, temo orchestrati da chi, da business come quello dei termovalorizzatori, avrebbe solo da perdere.
Ignoranza? malaffare? scarsa presenza della politica? un mix di queste causa, credo.
Spesso, per concludere, la politica non è meno colpevole, infatti, poichè non è assolutamente in grado di offrire e presentare l'installazione di parchi eolici o termovalorizzatori.
Se si promettesse corrente gratis nel raggio di 5-10 km, pensate che i comitati cittadini avrebbero ancora voce in capitolo?
Saluti

paranhouse-hurt mao ha detto...

...sai cosa?!?...se si strovassero le "soluzioni" adeguate alle problematiche Italiane,bè,girerebbero meno Magna-Magna in cravatta x le strade,ma lo sai già,lo sappiamo tutti.Per quel che riguarda l'On.Brunetta...gli hanno dato una poltrona,mica il terzo occhi!!ma x me non l'ha capito sai,eheh!!....e il tuo blog è proprio interessante,ciao a presto!!