Sito denuclearizzato

lunedì 5 gennaio 2009

Dalla Russia senza Pudore

Ed eccoci nel 2009. 
Innanzitutto, mi scuso con i miei irriducibili compagni si sventure per la lunga pausa delle feste natalizie, ma a volte panettone ed amici aiutano a distrarsi dalla tragedia quotidiana.
In secondo luogo... beh, all'alba delle 11.30 del Primo mattina, mi sono alzato nel silenzio dell'appartamento che dividevo con una decina di amici, e mi sono affacciato alla finestra. Per un attimo ho creduto di vedere auto volanti elettriche e lunghe code di robot servizievoli e "ecocompatibili", pronti ad aiutarci nelle mille faccende quotidiane. Ma poi mi sono ricordato che si trattava solamente di un ricordo residuo di un vecchio film di fantascienza. Mi trovavo nella solita Italia, annacquata in una mattinata uggiosa e piovosa, come al solito presa fra mille beghe politiche e problemi reali, sedati dall'euforia momentanea delle festività natalizie e di fine anno, che per un attimo hanno fatto scordare la Crisi (con la C maiuscola) economico-finanziaria ed uno dei governi più scandalosi del pianeta.
Feste finite, problemi immutati.
Leggevo poco fa, giusto per fare una summa degli ultimi giorni durante i quali ho staccato la spina, un paio di articoli relativi alla Russia di Putin... ehm, scusate, di Medvedev. 
Curioso come, forse complici le feste e lo spirito natalizio, Putin... ma porca, Medvedev, abbia fatto importanti concessioni al dittatore bielorusso Lukashenko relativamente alle tariffe del gas. Buonismo? Altruismo? ovviamente no, tutto ha un prezzo, soprattutto in certi ambienti, e così si scopre che Medvedev ha disposto un abbassamento del prezzo del gas per la Bielorussia, solo a valle del riconoscimento di quest'ultima dell'indipendenza dell'Abkhazja e dell'Ossezia del Sud, che tanto ha tenuto con il fiato sospeso il mondo nei mesi passati.
Quando si tratta di favori strategici.
La seconda notizia interessante è relativa agli oligarchi russi (oggi mi va di parlare di Russia).
Un manipolo di eroi, un centinaio, che da soli detengono miliardi di dollari, sparsi in ville super lusso, yacht, quadri e terreni, dominavano il mercato del petrolio e delle materie prime, dettando legge alla politica, e non solo quella russa.
Ma la Crisi non risparmia nessuno, e così, a fronte di un debito estero pari a circa 110 miliardi di dollari (più di Brasile, India e Cina messi assieme), la maggior parte di loro sono stati costretti a correre al Cremlino per chiedere aiuti di Stato, come si faceva ai tempi del Comunismo. Dopo una prima titubanza, la Russia ha approvato un piano di salvataggio di 200 miliardi per le aziende private.
Curioso come, dopo vent'anni di privatizzazioni selvagge e teorie neo liberiste, ora tutti corrano a piangere il morto alle casse statali, dagli Stati Uniti alla Russia passando per l'Italia.
E nessuno di coloro che ha pubblicizzato, diffuso e sostenuto il sistema attuale in pieno collasso abbia espresso un mea culpa mondiale, genuflettendosi e chiedendo perdono, ed ammettendo che lo Stato serve ancora a qualche cosa, che quindi pagare le tasse è utile per garantire un sistema sociale uguale per tutti e che le privatizzazioni estreme non aiutano nessuno se non i soliti noti.
Curioso, non trovate?
Saluti

5 commenti:

progvolution ha detto...

Curioso che, ovunque nel mondo, l'assistenza dello Stato sia accettata e auspicata solo se rivolta a potenti,industriali, banchieri, ecc
Sussurri obliqui

andreacamporese ha detto...

curioso come, queste categorie, fino all'altro giorno demonizzassero il sistema statale perchè obsoleto e di intralcio ai loro scopi, ed oggi ricorrano a piene mani agli aiuti statali.
Saluti

Sabatino Di Giuliano ha detto...

Tutto il mondo è paese?
O possiamo dire che l'uomo è ovunque uguale a stesso?

la nave delle idee ha detto...

Gli Oligarchi russi di oggi mi ricordano tanto i Berlusconi, i De Benedetti, i Benetton, gli agnelli degli anni 80 che riuscivano a conquistare con la complicità della politica e con due tozzi di pane grandi aziende statali quali autostrade, Cirio, Sme, e frequenze televisive, Alfa Romeo...

Prefe ha detto...

Ciao campo!
(un po' che non passavo)