Sono passati 64 anni da quel giorno in cui il Popolo Italiano si risvegliò dall'assuefazione alla dittatura, dal torpore mentale che l'aveva prodotta, e culminò le sue azioni con la liberazione del nostro Paese. Non solo con una liberazione materiale ed istituzionale, ma anche e forse soprattutto con una liberazione mentale. La Resistenza, a mio parere, fu infatti un grande movimento spontaneo di popolo, che da solo (senza l'aiuto delle istituzioni), si organizzò ed impose una sveglia culturale contro l'ottuso oscurantismo fascista.
Un pensiero và, come ogni anno, ai miei miei nonni, che vissero anni di paura e terrore, con le retate della polizia, i bombardamenti di Padova, il timore di poter essere denunciati, le ristrettezze economiche.
Gastone Strukul, divenne partigiano negli ultimi anni di guerra, dopo una fuga dall'ospedale militare di Santa Giustina. Non uccise mai nessuno.
Vittorio Camporese, fu costretto ad arruolarsi per le minacce alla famiglia. Faceva parte dei reparti infermeria, per questo si salvò nella disastrosa Campagna di Russia. Partecipò anche alla Campagna d'Africa e, finchè visse, non perse occasione per raccontarmi della vergogna delle avventure colonialiste fasciste, che portarono un'intera generazione di giovani italiani alla morte.
Maria Ruzzante, moglie di Gastone, che lo andò a trovare e lo accudì in questura tutte le volte che venne arrestato, anche e soprattutto quando subì un interrogatorio dai tedeschi.
Giselda Altissimo, di famiglia ricca aveva scelto di sposare Vittorio: uno spiantato senza futuro, agli occhi della famiglia di mia nonna.
Queste sono le persone, come decine di migliaia di altre, che ci permettono oggi di vivere nella liertà di cui godiamo.
Dobbiamo a loro la nostra condizione ed ogni volta che sento parlare i beceri rappresentanti dell'attuale Governo che sguazzano nel revisionismo e tentano di equiparare Partigiani e Repubblichini, mi viene il volta stomaco.
La Memoria non Muore.
Saluti
Un pensiero và, come ogni anno, ai miei miei nonni, che vissero anni di paura e terrore, con le retate della polizia, i bombardamenti di Padova, il timore di poter essere denunciati, le ristrettezze economiche.
Gastone Strukul, divenne partigiano negli ultimi anni di guerra, dopo una fuga dall'ospedale militare di Santa Giustina. Non uccise mai nessuno.
Vittorio Camporese, fu costretto ad arruolarsi per le minacce alla famiglia. Faceva parte dei reparti infermeria, per questo si salvò nella disastrosa Campagna di Russia. Partecipò anche alla Campagna d'Africa e, finchè visse, non perse occasione per raccontarmi della vergogna delle avventure colonialiste fasciste, che portarono un'intera generazione di giovani italiani alla morte.
Maria Ruzzante, moglie di Gastone, che lo andò a trovare e lo accudì in questura tutte le volte che venne arrestato, anche e soprattutto quando subì un interrogatorio dai tedeschi.
Giselda Altissimo, di famiglia ricca aveva scelto di sposare Vittorio: uno spiantato senza futuro, agli occhi della famiglia di mia nonna.
Queste sono le persone, come decine di migliaia di altre, che ci permettono oggi di vivere nella liertà di cui godiamo.
Dobbiamo a loro la nostra condizione ed ogni volta che sento parlare i beceri rappresentanti dell'attuale Governo che sguazzano nel revisionismo e tentano di equiparare Partigiani e Repubblichini, mi viene il volta stomaco.
La Memoria non Muore.
Saluti
6 commenti:
Wir sind partisanen!
Buona RESISTENZA carissimo! Tutti i giorni!
BUON 25 APRILE
ORA E SEMPRE RESISTENZA
In resistenza "hasta siempre" compagno.
Ciao.
Sill
Dopo che son tornati i beceri, più che mai ci rendiamo conto dell'importanza della Resistenza.
"O partigiano, portalo via" ah, potessimo cantare così anche noi!
Anche quest'anno disonorata la memoria della resistenza antifascista!
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