Non so se perchè sono uno che non riesce a stare zitto, o magari più sensibile a certi atteggiamenti, ma anche oggi mi sono ritrovato a dover affrontare un simpatico siparietto in ufficio, che andrò or ora raccontandovi.
Io lavoro nell'Ufficio Tecnico della solita azienda C, ma non dirò che mansioni svolgo perchè penso che, quanto accaduto, sia talmente privo di rispetto e stile che potrei essere l'ultimo barbone della strada, ed avere comunque il diritto/dovere di incazzarmi: ed infatti mi stanno ancora girando.
Ma veniamo all'accaduto.
Sono circa le 10 del mattino e nell'ufficio (un open space) sono al lavoro circa dodici persone. Io ed un collega siamo seduti ad un tavolo e stiamo verificando dei disegni tecnici. D'un tratto entra il delfino del Direttore, un ragazzo di circa trent'anni (mio coetaneo, ma anche questo dovrebbe essere un dato irrilevante), per parlare con un collega, ma riesce a muovere solo pochi passi, che gli suona il cellulare e lui risponde, con auricolare e microfono.
Si sa, questi ultimi due dispositivi costringono, talvolta, a parlare a voce un po' alta. Ad ogni modo A (lo chiameremo così), inizia la sua discussione con un cliente. Dopo pochi minuti il collega con cui sto lavorando di lamenta del fatto che A sta parlando a voce alta, mentre noi stiamo tentando di concentrarci per concludere il lavoro. Passano altri minuti ed A ancora non accenna a terminare, mentre altri colleghi iniziano a rumoreggiare, anche se in maniera molto sopita e timida.
Ad un certo punto mi stufo, anche solo per motivi basilari di educazione, e, attirata l'attenzione di A, gli faccio cenno di uscire per cortesia dall'ufficio.
A si blocca, impietrito, e prima mi fa una smorfia di disgusto come a voler dire "Ma come cazzo ti permetti di rompere le palle a me?", poi, non contento, si da un'abbondante sgrollata di pacco alla mia volta per sottolineare cosa pensi di me. Io, stupito dal comportamento, commento "Un Signore!", e torno al mio lavoro.
La telefonata si protrae ancora per qualche minuto, e quando A riattacca può finalmente dare sfogo a tutto il suo disappunto, per il fatto che un sottoposto (evidentemente ha una visione del lavoro ancora un po' fascista), abbia osato chiedergli, seppur cortesemente, di uscire.
Mi apostrofa con parole che qui non starò nemmeno a riportare, per circa cinque minuti, con tutti i miei colleghi presenti (per inciso, nessuno che si sia alzato a darmi man forte !!!), ma io che, come detto, sono un buono ma oltre un certo limite scoppio, non me ne sono stato zitto ed ho risposto a tono dicendogli "questo tuo atteggiamento strafottente del cazzo puoi anche risparmiartelo". Inoltre mi alzo dalla sedia e, mimandogli il gesto che lui mi aveva fatto, gli dico "a me, certi gesti, non li fai!".
Devo dire la verità, nonostante tutte le ragioni del mondo, avevo la pressione a mille, perchè a me 'ste situazioni mi stressano sempre un casino: non sono esattamente un guerriero. Ma alla fine, a ripensarci, la soddisfazione è stata grande, e sono sicuro che non finirà qui.
Sui prossimi sviluppi, vi terrò aggiornati.
Al di là della storiella, l'unica cosa che mi preme è far sapere in che accidenti di mondo del lavoro viviamo: diffondete questi fatti, e raccontatene altri, sempre di più, che si sappia che vince chi urla più forte e mostra i denti più lunghi.
Io però, per dirla chiaramente, ne ho le palle piene di giustificare e tollerare atteggiamenti di questo tipo. Se vogliamo uscire da questa cavolo di situazione ci vuole rispetto e serietà, non strafottenza e clientelismo.
La ciliegina sulla torta? domani ci sarà la riunione con il sindacato per via della Cassa Integrazione (sono sicuro che A non verrà, sicuro com'è di cadere sempre in piedi), e lunedì, senza alcun preavviso, alcuni miei colleghi saranno lasciati a casa. Nel frattempo, il Presidente della C da qualche giorno gira con un Mercedes nuovo da 200.000 €!!!
Questo è il rispetto, la classe e l'educazione della nostra classe dirigente.
Saluti
Io lavoro nell'Ufficio Tecnico della solita azienda C, ma non dirò che mansioni svolgo perchè penso che, quanto accaduto, sia talmente privo di rispetto e stile che potrei essere l'ultimo barbone della strada, ed avere comunque il diritto/dovere di incazzarmi: ed infatti mi stanno ancora girando.
Ma veniamo all'accaduto.
Sono circa le 10 del mattino e nell'ufficio (un open space) sono al lavoro circa dodici persone. Io ed un collega siamo seduti ad un tavolo e stiamo verificando dei disegni tecnici. D'un tratto entra il delfino del Direttore, un ragazzo di circa trent'anni (mio coetaneo, ma anche questo dovrebbe essere un dato irrilevante), per parlare con un collega, ma riesce a muovere solo pochi passi, che gli suona il cellulare e lui risponde, con auricolare e microfono.
Si sa, questi ultimi due dispositivi costringono, talvolta, a parlare a voce un po' alta. Ad ogni modo A (lo chiameremo così), inizia la sua discussione con un cliente. Dopo pochi minuti il collega con cui sto lavorando di lamenta del fatto che A sta parlando a voce alta, mentre noi stiamo tentando di concentrarci per concludere il lavoro. Passano altri minuti ed A ancora non accenna a terminare, mentre altri colleghi iniziano a rumoreggiare, anche se in maniera molto sopita e timida.
Ad un certo punto mi stufo, anche solo per motivi basilari di educazione, e, attirata l'attenzione di A, gli faccio cenno di uscire per cortesia dall'ufficio.
A si blocca, impietrito, e prima mi fa una smorfia di disgusto come a voler dire "Ma come cazzo ti permetti di rompere le palle a me?", poi, non contento, si da un'abbondante sgrollata di pacco alla mia volta per sottolineare cosa pensi di me. Io, stupito dal comportamento, commento "Un Signore!", e torno al mio lavoro.
La telefonata si protrae ancora per qualche minuto, e quando A riattacca può finalmente dare sfogo a tutto il suo disappunto, per il fatto che un sottoposto (evidentemente ha una visione del lavoro ancora un po' fascista), abbia osato chiedergli, seppur cortesemente, di uscire.
Mi apostrofa con parole che qui non starò nemmeno a riportare, per circa cinque minuti, con tutti i miei colleghi presenti (per inciso, nessuno che si sia alzato a darmi man forte !!!), ma io che, come detto, sono un buono ma oltre un certo limite scoppio, non me ne sono stato zitto ed ho risposto a tono dicendogli "questo tuo atteggiamento strafottente del cazzo puoi anche risparmiartelo". Inoltre mi alzo dalla sedia e, mimandogli il gesto che lui mi aveva fatto, gli dico "a me, certi gesti, non li fai!".
Devo dire la verità, nonostante tutte le ragioni del mondo, avevo la pressione a mille, perchè a me 'ste situazioni mi stressano sempre un casino: non sono esattamente un guerriero. Ma alla fine, a ripensarci, la soddisfazione è stata grande, e sono sicuro che non finirà qui.
Sui prossimi sviluppi, vi terrò aggiornati.
Al di là della storiella, l'unica cosa che mi preme è far sapere in che accidenti di mondo del lavoro viviamo: diffondete questi fatti, e raccontatene altri, sempre di più, che si sappia che vince chi urla più forte e mostra i denti più lunghi.
Io però, per dirla chiaramente, ne ho le palle piene di giustificare e tollerare atteggiamenti di questo tipo. Se vogliamo uscire da questa cavolo di situazione ci vuole rispetto e serietà, non strafottenza e clientelismo.
La ciliegina sulla torta? domani ci sarà la riunione con il sindacato per via della Cassa Integrazione (sono sicuro che A non verrà, sicuro com'è di cadere sempre in piedi), e lunedì, senza alcun preavviso, alcuni miei colleghi saranno lasciati a casa. Nel frattempo, il Presidente della C da qualche giorno gira con un Mercedes nuovo da 200.000 €!!!
Questo è il rispetto, la classe e l'educazione della nostra classe dirigente.
Saluti
3 commenti:
NO COMMENT!
Cristian Belcastro Blog
ciao
Queste situazioni le conosco, e lo sai la cosa che mi fa più incazzare(questo termine ci sta tutto)? E che i colleghi per vigliaccheria non intervengono, nei tempi passati c'era più senso della collettività. Se uno subisce un sopruso da un superiore, tutti gli altri intervengono.
Forse anche per questo che siamo ridotti così male, e le forze reazionarie sono vincenti...
In lotta contra le forze reazionarie.
Ciao.
Sill
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