Sito denuclearizzato

venerdì 26 dicembre 2008

Unione Europea in Erasmus

Vorrei distaccarmi per un attimo dai soliti e tediosi temi politici, per affrontare qualche cosa di piu' dilettevole, anche se, a conti fatti, profondo tanto quanto un programma governativo di intervento sociale: il programma Socrates Erasmus e le sue implicazioni.
Ultimamente si e' letto ed udito che taluni politici abbiamo mosso critiche al programma Erasmus, che ogni anno vede migliaia di studenti muoversi in giro per l'Europa, di ateneo in ateneo, per il fatto che, a detta di queste personalita', il programma di scambio universitario promuoverebbe piu' i festini che lo studio.
Ebbene, se non fossi una persona educata e di buone maniere, avrei gia' pubblicamente mandato questi personaggi a farselo mettere... dato che pero' non sarebbe nel mio stile, spieghero' con garbo quel che penso.
Il punto fondamentale, senza volermi addrentrare in statistiche e numeri, e' che il soggiorno Erasmus andrebbe completamente sovvenzionato dall'Unione Europea e reso obbligatorio per tutti gli studenti, o per lo meno per percentuali consistenti degli stessi. Ritengo infatti, vista la mia personale esperienza (due anni in Germania, a Stuttgart, dove ho sostenuto 11 esami, fra un festino e l'altro, ed un matrimonio fresco di due mesi con una ragazza polacca conosciuta proprio in quelle occasioni), che l'Erasmus sia la base essenziale e prima per creare un'Europa Unita, cosi' come se l'erano immaginata i primi padri costituenti (fra cui la nostra tartassata ed euroscettica Italia).
Ogni qual volta sento di un attentato terroristico alla stazione Atocha di Madrid, mi vengono subito in mente i miei amici e mi preoccupo per loro, e non appena qualche dissennato politico francese o tedesco propone misure contro l'ingresso in Europa della Polonia o della Repubblica Ceca penso immediatamente a che problemi questo possa portare a qualche altro ragazzo che, con me, ha condiviso esperienze cosi' profonde per due anni. Non parliamo delle misure comunitarie per l'ambiente, la salute, la lotta alla criminalita', ecc.
Sono fermamente convinto che se Borghezio, Frattini e compagnia bella avessero qualche legame in piu' in Europa, invece che solo la poltrona profumatamente pagata a Bruxelles, ci terrebbero molto di piu', quasi a livello personale, a far funzionare le cose. Purtroppo il problema e' che vogliamo fare l'Europa Unita, ma nessuno si preoccupa di partire dal basso per costituirla. Le Universita' sono una tale bagaglio, una tale ricchezza ed un'opportunita' cosi' grande che mi piange il cuore ogni qual volta le vedo bistrattate, derise e svilite. Inoltre, se ci dessero la possibilita' di mettere un po' di piu' il naso fuori di casa, noi italiani ci renderemmo conto che i nostri atenei diffondono (nonostante tutto) una cultura invidiabile ed invidiata, ma che purtroppo peccano solennemente sotto l'aspetto pratico. Non sarebbe questo un modo fondamentale per crescere? e per far crescere non solo gli studenti, ma anche i professori, troppo spesso autoreferenziali e pieni di boria per una tradizione che nasce e muore e ntro le quattro pareti dell'ateneo.
Questi sono gli insegnamenti che si dovrebbero cercare e diffondere da esperienze come l'Erasmus ( e come tutti i programmi di scambio internazionali), invece che spendere tempo e soldi a denigrarle per cercare di tenere gli studenti e, in definitiva, i cittadini nell'ignoranza di quattro mura chiuse sul proprio giardino.
Per chi fosse interessato qui un link interessante.
Saluti

1 commento:

Vale ha detto...

Hai ragione, mi spiace non averne avuto la possibilità...